Tutto riparte e la Chiesa che fa? Mai abbastanza (ma non si ferma)
venerdì 4 giugno 2021

Gentile direttore,

si parla e si discute, sui giornali e in televisione di riaperture, di quante persone possono sedersi al tavolo al ristorante, dentro o fuori, di piscine, di palestre, di cinema, teatri, spiagge, discoteche di pass per viaggi in Italia o all’estero..., ma, nessun accenno, neanche su “Avvenire”, alla ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo credente, o di cogliere l’occasione della processione del Corpus Domini per ringraziare il Signore. A quando un risveglio da questo torpore? Probabilmente sono fuori tempo.

Antonio Sagarese


No, gentile amico, la pratica dei sacramenti e il ringraziamento a Dio non sono mai “fuori tempo”. E, con una battuta, potrei dirle che altri ripartono, ma la Chiesa non si è mai fermata, perché sa che ciò che fa non è mai abbastanza. La ripresa delle «celebrazioni liturgiche con il popolo credente» c’è stata, comunque, quasi tredici mesi fa. Ovviamente con tutte le necessarie precauzioni, le stesse che sconsigliano – per ora – di organizzare processioni. Si è poi appena concluso un maggio di preghiera per la fine della pandemia che papa Francesco ci ha chiesto di vivere in ideale pellegrinaggio nei santuari dedicati alla Madonna nei cinque continenti: preghiera sacrosanta – come l’impegno sanitario e solidale – visto che le cose in Italia vanno un po’ meglio, ma il Covid-19 continua a imperversare nel mondo e anche nella nostra Europa. Anche di tutto questo, almeno su questo giornale, abbiamo dato e continueremo a dare puntualmente conto. Certo, ha ripreso forza un discorso politico-mediatico che dà per conclusa la fatica di questi lunghissimi mesi assediati dal coronavirus e disegna un’Italia concentrata solo su mangiate al ristorante e tempo libero da impiegare al meglio, ma noi abbiamo chiaro ciò che accade davvero e chi conta davvero, e perciò facciamo i conti con una realtà ancora dura e per tanti triste e faticosa, e ci impegniamo per informare a dovere i nostri lettori. Quanto al “torpore” (di fede, a quel che intendo) che lei sente e denuncia, vedo problemi, ma anche comunità cristiane belle sveglie, fedelmente credenti e generosamente attive, sebbene pensi anch’io che non si è mai abbastanza vigili e fraterni... E penso che questa stagione così difficile e disorientante, ma anche promettente e impegnativa, come i nostri vescovi riuniti in Assemblea ci hanno appena ricordato, dovrebbe portare noi cristiani a essere particolarmente aperti alla Parola che salva e allo Spirito che rende forti nel cammino che ci sta davanti.

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