martedì 22 febbraio 2011
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Alla fine, 22 giorni dopo lo stop al primo testo perché mancava il riferimento decisivo ai cristiani perseguitati, la Ue su sollecitazione italiana ha dato luce verde a un documento in difesa della libertà di religione. Nessun cenno alle misure concrete auspicate da un voto dell’Europarlamento, un riferimento (giusto) anche ai musulmani colpiti. Resta l’estrema timidezza di Bruxelles, da superare al più presto. Che non ci si vergogni più di scrivere la parola «cristiani», in questo periodo vittime in molte parti del mondo e non certo minaccia alla laicità delle istituzioni.
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