martedì 7 giugno 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Auguri sinceri ad Alfonso Quaranta, nuovo presidente della Corte costituzionale, anche perché la sua nomina segna finalmente un’inversione di tendenza rispetto alla prassi delle "presidenze lampo", figlie del criterio di anzianità, che da anni caratterizzavano la Consulta e che da più parti (non senza ragione) sono state criticate, per le loro ricadute sull’organizzazione del lavoro e sulle casse dello Stato. Oggi la Consulta si troverà a prendere la prima decisione della presidenza Quaranta. E non sarà una decisione di poco conto: si tratta di pronunciarsi nuovamente sull’ammissibilità del referendum in materia di energia nucleare, dopo che l’Ufficio centrale della Cassazione ha trasferito il quesito dalle disposizioni originarie, che prevedevano espressamente la costruzione di centrali atomiche in Italia, a due commi della norma che ha abrogato le prime. Proprio per questo, e ancor prima per l’alta considerazione che abbiamo per la preziosa funzione di garanzia esercitata dalla Corte costituzionale, chiediamo sommessamente: era proprio necessario che il neopresidente, nelle prime dichiarazioni dopo l’elezione, anticipasse il proprio convincimento personale su una questione ancora da affrontare (collegialmente), valutandone «tutti gli aspetti» – come egli stesso ha ricordato – e ascoltando «le parti che riterranno di illustrare le memorie depositate»?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: