
L’annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sulle nuove Indicazioni nazionali per la Scuola messi a punto da una Commissione istituita dallo stesso ministero ha sollevato reazioni di opposto tenore, com’era inevitabile. E se va ricordato che si tratta ancora di una bozza di decisioni destinate a entrare in vigore probabilmente nell’anno scolastico 2026-27, le novità anticipate dal ministro sono rilevanti.
Di cosa si tratta? Il latino opzionale dalla seconda media, la separazione di geografia e storia con una maggiore enfasi sulle vicende storiche italiane, la conoscenza della Bibbia come espressione della cultura che nutre le nostre radici culturali, più valore alla letteratura con un approccio precoce ai suoi capolavori, centralità della memoria e della fantasia, con l’apprendimento di poesie e filastrocche sin dalla scuola dell’infanzia, lo studio della musica. Il ministro ha invitato ad aprire un dibattito sulle innovazioni allo studio.
In questi giorni, "Avvenire" ha raccolto le voci di quattro esperti che conoscono il mondo dell'istruzione e della formazione, a diversi livelli. Ecco cosa ci hanno detto Eraldo Affinati, Marco Erba, Elena Ugolini, Daniele Novara, Davide Rondoni.