Ricordarci di Willy è ricordare che il male va «messo in minoranza»
mercoledì 30 settembre 2020

Gentile direttore,
a distanza di giorni mi chiedo ancora che cosa può significare per ciascuno di noi la scelta che al giovanissimo Willy Monteiro è costata la vita. La sua vicenda credo ci riguardi da vicino. Willy ha fatto un gesto che la maggioranza di noi ormai non compie più, quello cioè di non voltarsi dall’altra parte di fronte a scene o situazioni, purtroppo frequenti, che vedono una persona vittima di aggressione, insulto, bullismo, violenza. Ritengo che questa mancanza sia una delle radici della degenerazione della convivenza che vediamo intorno a noi e dell’accresciuta sensazione di insicurezza generatrice di ulteriori problemi. La strada indicata da Willy, se praticata da tanti, potrebbe portare a un’inversione di tendenza. Dobbiamo recuperare l’idea che viviamo in una comunità allargata nella quale sentirsi responsabili gli uni degli altri, soprattutto dei più deboli. La ragazza importunata sulla metro è come se fosse mia figlia, così come la persona con disabilità derisa per strada, per fare solo due esempi. Non si tratta di reagire in maniera violenta, ovviamente, ma di reagire. Il che può voler dire difendere una persona con una frase, mettendo in minoranza chi la sta attaccando, o magari chiamare il 112. Attualmente in genere o ci si volta dall’altra parte per evitare di essere coinvolti o al limite si usa il cellulare per fare un video o una foto. Se in tanti ci impegnassimo su questa strada sicuramente le nostre città diventerebbero più sicure e più vivibili; se le persone violente percepissero una reazione collettiva della “folla” di fronte alla prevaricazione magari rinuncerebbero o non avrebbero la sensazione di poter agire impunemente perché coperti dal disinteresse generale. Non sceriffi, quindi, ma sentinelle pacifiche e interessate a chi ci vive o ci passa accanto. Questo è il messaggio che ci affida la vita (e purtroppo la morte) di Willy, sta a ognuno di noi decidere cosa farne.

Francesco Giovannelli Roma

Grazie per la sua bella riflessione, gentile signor Giovannelli. Riprendo una sola idea tra le diverse che propone e che apprezzo: «Mettere in minoranza» chi sta attaccando qualcuno, chi commette sopraffazione e ingiustizia, chi fa sfoggio di volgarità e di arroganza. Le persone che sanno riconoscere il bene, checché se ne dica, sono grande maggioranza. Cerco di non dimenticarlo mai. Ricordarci di Willy ci aiuti a ricordarlo e a viverlo il più possibile.

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