sabato 15 febbraio 2014
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L’ora dei sorrisi incantati e degli sguardi carichi di tenerezza non è un momento di banale superficialità da vivere con la provvisorietà di una fiction di quart’ordine. Quando scocca la scintilla dell’amore, lo Spirito Santo è già all’opera. La promessa umana del "per sempre" e l’abbraccio infinito di Dio donano a due cuori innamorati lo stesso coinvolgente calore. Si tratta di comprenderlo, di abbandonarsi al Signore che – come ha detto ieri papa Francesco a 30mila coppie di fidanzati che hanno scelto di festeggiare San Valentino in modo decisamente controcorrente – «può moltiplicare il vostro amore e donarvelo fresco e buono ogni giorno. Ne ha una riserva infinita». Parole che danno coraggio e hanno la forza di rovesciare tanti luoghi comuni e tante false convinzioni, esercitate troppo a lungo da migliaia di canzoni, film, romanzi. Un repertorio, talvolta stucchevole e ripetitivo, tutto giocato su sentimenti liquidi , su propositi effimeri, sulla mutevolezza e sull’instabilità come dato ricorrente.«Finché dura…». No, ha escluso ieri il Papa. L’amore è un universo troppo importante per affidarlo all’oleografia dei cuori con la freccetta e dei tiri al bersaglio di Cupido. L’innamoramento è già tempo di grazia e la consapevolezza che l’amore di due persone può diventare momento di crescita personale, fecondo scambio reciproco anche sul piano spirituale e della fede, deve diventare motivo di conforto per tutti. Per le famiglie dei giovani, innanzitutto, e poi per la società e per la Chiesa. Il legame d’amore – se autentico – rende anche la vita interiore della coppia più intensa, più disponibile ad aprirsi alle grandi domande di senso. La comunicazione acquista profondità, la consapevolezza della proprie potenzialità ne esce riverberata di novità che guardano al futuro e tracciano progetti senza fine. La forza straordinaria di questo momento – l’ha ricordato anche il Papa – è data da una parolina che ha la forza di un’esplosione nucleare. Si chiama relazione. «Allora quell’amore è una realtà che cresce e che si costruisce come una casa... Costruire significa favorire e aiutare la crescita». Quando la relazione d’amore è buona, onesta, sincera, vitale, allora rasserena il cuore, riduce al minimo le incertezze e le paure. In questo modo i giovani sono più disponibili al cambiamento, sentono quanto sia bello e giusto lasciarsi modellare da quel grande progetto d’amore e di mistero entrato così prepotentemente e, talvolta, così inaspettatamente nella propria vita. E quando questo passaggio è stato compreso nella bellezza della sua profondità, allora ci si rende conto di quanto convivenze, progetti a termine, periodi di prova siano davvero inadeguati rispetto all’immensità di un sogno proiettato su un futuro che si vorrebbe senza fine. Una svolta che ha la forza dirompente di una scelta vocazionale, di un impegno totalizzante che non dobbiamo aver paura di chiamare sacro. Un momento di passaggio che non è sospensione dalla realtà, ma occasione per immergersi ancora più profondamente nella complessità del tempo e per comprendere il fondamento di quella gioia che spinge a cercarsi, a sorridersi, a ritrovarsi. L’amore che si immagina assoluto e senza tempo entra così quasi naturalmente nella sfera dello spirito e s’impasta di infinito. Altro che cultura del provvisorio. Altro che cioccolatini e orsetti di peluche. Ecco perché il Papa, a buon diritto, ha esortato i giovani, ma anche gli sposi, a pregare così: «Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano, perché è l’amore quotidiano il vero pane dell’anima, quello che li sostiene per andare avanti». E per trasformare la routine della vita insieme in una testimonianza da raccontare ora dopo ora, con la forza di fatti che costruiscono futuro.
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