Quelli che... il "vecchio" San Siro va salvato e valorizzato
mercoledì 28 dicembre 2022

Gentile direttore,

lo stadio San Siro è un pezzo di storia non solo milanese ma italiano. È la “Scala del calcio italiano”, ma è un riferimento anche per gli eventi musicali più importanti. Qui Springsteen ha realizzato alcuni dei suoi concerti più significativi e storici. Perché abbatterlo? Salvarlo è un obbligo morale.

Gabriele Salini


Seguo, gentile amico, con partecipazione e, lo ammetto, preoccupazione le vicende del grande e specialissimo stadio milanese a cui, da interista, sono particolarmente affezionato. E non ho difficoltà a dire che la penso come lei: San Siro, il “Meazza”, andrebbe salvato e valorizzato. Uso questi due verbi, salvare e valorizzare, non solo perché sono da sempre favorevole al riuso intelligente e alla rispettosa “evoluzione creativa” di ciò che è già edificato in tessuti urbani ricchi di storia, ma anche perché so che almeno un grande e interessante progetto in tal senso è stato elaborato ed è disponibile. So anche che il vento dell’opinione dominante tra coloro che hanno il potere di decidere, nonostante un serio altolà arrivato dal Ministero della Cultura, attraverso il sottosegretario Vittorio Sgarbi, spira in tutt’altra direzione. Ma come lei, e sono sicuro che lei e io non siamo i soli, coltivo ancora la speranza di veder resistere e rinascere il “vecchio” San Siro.

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