venerdì 21 febbraio 2014
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Ancora una tragedia della povertà. A Casalnuovo, ai confini con Acerra, Eduardo De Falco, pizzaiolo, si toglie la vita dopo aver ricevuto un verbale da 2.000 euro: nel negozio che gestiva, l’Ispettorato del lavoro aveva trovato sua moglie senza regolare contratto. Ma quale contratto volevano costoro? Se si gira la Campania i lavoratori con normale contratto si contano sulla punta delle dita. In questa nostra terra martoriata, dove tanti diritti ci vengono negati, dove tanta gente arranca per mettere la cena a tavola, non si può condannare un commerciante in tempo di piena crisi economica, politica, morale, perché sua moglie con lui sta portando il peso della giornata. Diventa sempre più insopportabile per la povera gente questo modo schizofrenico di intendere il rapporto del cittadino con lo Stato. Uno Stato attento fino alla pignoleria a riscuotere i suoi diritti ma lento fino allo spasimo a fare il suo dovere. Uno Stato che allarga sempre di più il fossato tra palazzi e cittadini, e dove si sposta l’asse del discorso su presunti diritti che dovrebbero avere la precedenza nell’agenda politica.Duemila euro per chi non ha problemi economici sono il conto di una serata con gli amici. Per tante famiglie sono un patrimonio. Non si può punire un piccolo commerciante per un cavillo. Possibile che nelle nostre terre debba arrivare l’esercito per frenare il mortale sversamento e l’incenerimento dei rifiuti industriali perché non si riesce – o non si vuole – arrivare al mandante, e poi si è così zelanti con un onesto commerciante? Si poteva permettere Eduardo un garzone che lo aiutasse? Avrebbero potuto i magri introiti del negozio mantenere due famiglie? Che cosa avrebbe dovuto fare? Chiudere la bottega, come già tanti suoi colleghi? Ecco che, per qualche ora, la moglie dopo i lavori in casa corre ad aiutarlo. I due si vogliono bene e sanno che debbono stringere i denti. Sono tempi difficili, occorre darsi da fare, stare uniti. Eduardo è il sintomo di un malessere che assolutamente non può e non deve più passare inosservato. Se tante persone, per non morire, sono costrette a rispolverare l’antica arte di arrangiarsi, è chiaro che debbono essere aiutate e non penalizzate. Non esasperiamo la povera gente. Chiediamo, invece, al Signore la grazia di metterci un poco nei loro panni.
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