martedì 7 febbraio 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
​Alla fine, anche per Alberto il Contabile, l’asso della salita doppia, il mago delle pedivelle, è venuto il momento di pagare la fattura. Salatissima: due anni di squalifica, sia pure con effetto retroattivo (torna a correre già nel prossimo agosto); un Tour e un Giro, vinti sul sellino, vanificati. Il ciclista spagnolo Alberto Contador, dominatore delle corse a tappe, era stato trovato positivo a un controllo durante il Tour de France, il 21 luglio 2010: clenbuterolo.Subito si erano formati due partiti. I colpevolisti: guardatelo come pedala in salita, il Contabile. Gli altri digrignanti, stravolti, disfatti; lui sorridente. All’arrivo è meno sudato lui di noi dopo aver scalato la rampa del garage. Ma tutto lo sport spagnolo chiude benevolmente gli occhi sui propri campioni. Troppi successi facili nel Duemila, dagli sport di squadra – basket, volley, calcio – a quelli individuali, di fatica come il ciclismo e di potenza come è il tennis muscolare di oggi. No, non si cresce così di colpo andando a pane e salame... Gli innocentisti: il clenbuterolo – decongestionante e broncodilatatore, aumenta le capacità aerobiche: chi pedala non va in affanno – è usato per mantenere magre e tenere le carni, Alberto mangiò un filetto spagnolo la sera prima... E vai con la cronaca, i 109 calciatori della Coppa del mondo under 17 trovati positivi in Messico, dove manzi e maiali respirano a pienissimi polmoni, e la stessa nazionale di calcio l’anno scorso fu trovata positiva. E poi, chi può far uso di clenbuterolo? La storia del doping ricorda atleti di fatica di non memorabile fama: una nuotatrice americana, Jessica Hardy; un canoista polacco, Adam Seroczynsky; e un ciclista, certamente, ma è il carneade cinese Li Tuyn. Contador dice il vero, assaporò il filetto sbagliato.Con chi schierarci? Con gli stanchi e i depressi. Dopo 566 giorni di attesa, la sentenza del Tas di Losanna – il Tribunale di arbitrato dello sport – ha suscitano appena qualche commento spento. Il Tour 2010 andrà assegnato a Andy Schleck e il Giro 2011 a Michele Scarponi, secondi classificati, che ieri si facevano strappare appena due mozziconi di frase senza traccia alcuna di esultanza. Chi può essere felice di vincere così? E poi, ormai, ogni appassionato, vedendo un Contador divorarsi i tapponi dolomitici o pirenaici più allegramente di noi sul cavalcavia, pensa: sarà tutta roba sincera? Te lo domandi anche alle gran fondo non competitive come alle garette tra over 50: ragioniere, ma come fa? Ha nascosto il motorino nel telaio?Tutti tristi, perché è tutto il movimento del ciclismo a perdere ulteriore credibilità, con gli onesti stretti nella morsa implacabile tra furbi e omertosi, ossia tutti coloro che vivono del sistema succhiandogli gloria e denaro. In un impeto di pessimismo, potrebbe venire da pensare che in fondo il ciclismo, questo povero ciclismo, altro non è che lo specchio di una società in cui non sei mai sicuro di competere ad armi pari e che non sai se effettivamente premia i meritevoli; e quindi la tentazione di barare, come per una sorta di "legittima difesa", si affaccia per un attimo anche nella mente del più onesto.Naturalmente non è così. Che senso può avere vincere sapendo di non aver meritato? Quale gioia potrà mai dare a chi ha il cuore onesto? Nessuna. Né si può vivere di eterna amarezza, ma neanche rinunciare a piccole sane gioie come il Giro d’Italia... E allora? Per il momento, proponiamo di assegnare il Giro 2011 al Cip, il Ciclista Ignoto e Pulito. A chi forse non ha vinto né vincerà mai, ma gareggia onestamente. L’unico applauso vada a lui, al suo sudore, ai suoi occhi sereni perché specchio di un cuore pulito.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: