«Povera Gran Bretagna, in 80 anni da Churchill a BoJo». In giro non vedo giganti
venerdì 22 ottobre 2021

Gentile direttore,

la Gran Bretagna nel volgere di ottanta anni è passata dall’avere al suo vertice una delle personalità più intelligenti e lungimiranti della storia dell’umanità – Winston Churchill – all’avere una delle persone più ottuse e sconcertanti della storia d’Inghilterra. Se chi – come l’attuale premier Boris Johnson – ha avuto il Covid e un piede nella fossa non ha capito nulla, non c’è da meravigliarsi se chi non l’ha avuto non ci crede.

Giovanni Caruso, Bolzano


Credo che Boris Johnson continui a inanellare errori molto gravi, sulla pelle dei suoi concittadini: soprattutto (ma non solo) i più fragili e anziani nel caso del Covid e i più giovani nel caso della Brexit. Ho imparato infatti, gentile signor Caruso, che chi non capisce e di fatto, anche se si professa credente, non crede a niente e a nessuno e arriva a negare anche l’evidenza, semina vento e raccoglie tempesta. Magari addensando nubi di slogan di (temporaneo) successo. E la tempesta purtroppo non si abbatte mai soltanto su chi la provoca, ma colpisce anche ignari e innocenti. Detto questo, auguro ai britannici ciò che spero per ogni popolo, compreso il nostro: ogni bene e sapersi scegliere leader dalla coscienza solida e dallo sguardo umano, lungo e profondo. Non è purtroppo un tempo di giganti (e di giganti buoni), questo. A noi italiani, comunque, tra i problemi che sappiamo, sta andando tutto sommato bene, ma dobbiamo ricordarci che le personalità di grande levatura (e di statura anche internazionale) che si possono definire «riserve della Repubblica» non sono infinite.

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