Sì, porre fine all'azzardo è difficile ma va fatto
sabato 7 luglio 2018

Gentile direttore,

gli attuali provvedimenti governativi sul gioco d’azzardo sono – nella migliore delle ipotesi – grida manzoniane, nella peggiore porteranno solo alla perdita di qualche posto di lavoro senza modificare la situazione di una virgola, anzi donandole pure il fascino del proibito. Proprio nei giorni scorsi sul vostro giornale c’era scritto che l’86% degli adolescenti ormai gioca alle slot direttamente dai propri smartphone e già questo ci dice che tali provvedimenti non hanno effetto se confinati a un solo Paese. Inoltre il provvedimento pare stilato da dilettanti (strano...) visto che non fa alcuna differenza tra il giochi di tipo compulsivo – come, appunto, le slot – e i giochi di abilità: scommesse sportive, briscola, poker. Le persone si rovinavano anche all’epoca della tv in bianco e nero, epoca in cui i provvedimenti attuali avrebbero avuto forse una qualche efficacia... Allora, se la quantità delle persone che si rovinava era inferiore a quella attuale era solo perché era diverso il paradigma culturale della società in cui vivevano. Adesso il valore unico e fondante è il denaro, e conta solo quello e nient’altro. Per combattere efficacemente la piaga dell’azzardo, quindi, servirebbe una svolta culturale che ricordasse che le cose migliori nella vita non sono cose.

Matteo Cherubini, Lucca

Già, ci vuole sempre ben altro! E a forza di aspettare “ben altro” abbiamo lasciato dilagare l’azzardo, complicato all’inverosimile la vita alle famiglie con figli, picconato la giusta simmetria tra diritti e doveri nel vivere la cittadinanza... Sono certo della sua ottima intenzione, gentile signor Cherubini, e credo che nella sua breve analisi vengano accennati elementi assai seri a proposito dei quali, come sa, scriviamo da tempo. Ma va bene, benissimo che finalmente un patrio Governo riprenda la strada della limitazione dell’azzardo tenacemente aperta (tra molte resistenze, purtroppo in buona parte a tutt’oggi vincenti) dai ministri Balduzzi e Riccardi ai tempi del Governo tecnico di Mario Monti. Sarà dura frenare finalmente il dilagare di Azzardopoli? Lo sappiamo. L’Italia non può fare tutto da sola? Ovvio. Ma bisogna pur cominciare. Si incomincia dalla propaganda? Ottimo, era ora. Tanti bravi colleghi potranno presto informare più liberamente di questa storiaccia... Insomma, ne vale decisamente la pena.

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