Perché il ddl Zan deve cambiare (e non serve una nuova crisi)
giovedì 20 maggio 2021

Caro direttore, dal momento che non si tratta di dogmi, ma di politica e, più precisamente, di leggi da approvare nel Parlamento italiano, posso dire dalle pagine della sua rubrica al cardinale Bassetti che non sono d’accordo con lui? Che il ddl Zan non serve a contrastare nessuna discriminazione e che mi auguro che venga affossato? Minacciare una crisi di governo per motivi ideali, mettendo a rischio la propria posizione di potere per affossare l’approvazione di una legge ideologica e degna di regimi totalitari, sarebbe il primo atto di alta politica nel nostro Paese da molti anni. Le forze di governo critiche sul ddl Zan dovrebbero essere incoraggiate a farlo.

Benedetto Rocchi


Ogni testo di legge può essere cambiato in meglio nel corso dell’esame parlamentare, caro Rocchi, ma il cosiddetto ddl Zan deve esserlo in alcune parti cruciali per essere all’altezza dell’obiettivo che si propone – contrastare intolleranze, discriminazioni e violenze nei confronti di persone omosessuali o transessuali – e per non servire ad altre e oblique operazioni.

Questo ha detto il cardinale presidente della Cei. E questo, per la nostra parte, argomentiamo da un anno a questa parte, facendo cronaca, documentando, verificando gli esiti di normative analoghe all’estero, spendendo opinioni e accogliendo la obiezioni al testo 'così com’è' arrivate da personalità di diverso orientamento, cattolici e no, di centro, di destra e di sinistra, giuristi autorevoli (compresi due presidenti emeriti della Corte costituzionale) e femministe, attivisti del mondo lgbt... Sono in tanti a vedere i nodi aggrovigliati nell’articolato sul contrasto di omotransfobia, misoginia e abilismo votato alla Camera e a volerlo differente. Per questo sbaglia di grosso chi pretende di irreggimentare il dibattito in un 'sì' e un 'no' secco e a prescindere, come ha fatto Fedez o come fa lei esprimendo il suo libero dissenso.

Ma vorrei farle notare che nessuno ha la forza di affossare nulla, e in una eventuale melina affogherebbero in tanti. La nuova crisi di governo che (non solo) lei auspica a causa di un disegno di legge d’iniziativa parlamentare sarebbe un’insensatezza al cospetto degli italiani e del mondo. Tutti, però, possono contribuire a dare forma a una norma più lineare ed emendata, non divisiva e in certi punti inquietante come l’attuale. Una norma, dico spesso per farmi capire e per tagliar corto, che «si occupi al cento per cento di omofobia» e non miri a cambiare il lessico giuridico (e ciò a cui esso dà sostanza) e i valori (valori, non idee e atti odiosi e violenti!) a colpi di sanzioni penali. Il cardinal Bassetti, confermando le preoccupazioni nutrite anche dai vescovi italiani, l’ha detto chiaro e tondo, con pacatezza assoluta e rispetto per ogni Istituzione e parte in causa. E prima di tutto con rispetto per le persone e per la verità delle cose. (mt)

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