martedì 11 gennaio 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Caro direttore, nella pagina 151 del Televideo di oggi (ieri per chi legge, ndr), attorno alle ore 17 si poteva apprendere che il Papa «si è scagliato» contro le leggi che creano un monopolio statale nella scuola. Diversamente, nel testo integrale riportato anche sul sito web di Avvenire si può verificare che il Papa esprime preoccupazione per «progetti di legge che rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, come si constata ad esempio in certi Paesi dell’America Latina». Ritengo che questo modo insolente di fare informazione non sia rispettoso innanzitutto delle regole di deontologia professionale ma soprattutto dell’immagine della Chiesa cattolica alla quale mi onoro di appartenere.

Giovanni Pieroni, Roma

Già, caro signor Pieroni, ogni volta che il Papa o un vescovo o anche solo un semplice cattolico impegnato definiscono un problema con chiarezza e lo propongono alla riflessione di tutti, «si scagliano», «accusano», «lanciano anatemi», fanno «durissimi richiami». Vari colleghi giornalisti – non tutti, è chiaro, ma certo il caso di ieri non è rimasto isolato, via etere e sul web – non si accorgono, magari, delle persecuzioni anticristiane, ma sembra che non vedano l’ora di mettere i cattolici in guerra con il mondo. E continuano così a far guerra loro, alla verità. (mt)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI