lunedì 7 novembre 2011
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A Cannes nel 2011 alla Grecia sono state imposte misure durissime che di fatto riducono al lumicino la sovranità del popolo greco. Il "male assoluto" per combattere il quale si è giunti a fare della Grecia uno Stato membro di seconda classe dentro l’Unione Europea, oggi, si chiama speculazione o mad markets. Per salvare l’euro e il sistema economico globale, Atene ha dovuto rinunciare persino al referendum, che qualcuno ha voluto rappresentare come un velo che cercava malamente di camuffare l’esproprio della sovranità di un Paese da parte dei suoi alleati, mentre invece rappresentava uno strumento che avrebbe consentito di fare un appello straordinario al popolo greco perché fosse esso stesso ad assumere decisioni così straordinariamente onerose per il Paese.A Monaco, nel 1938, di fronte al "male assoluto" costituito dal nazismo e per salvare la pace mondiale, alla Cecoslovacchia fu imposto di cedere i Sudeti. Come andò poi a finire lo sappiamo e quello che possiamo solo sperare è che questa volta le cose finiscano diversamente, cosicché il sacrificio di un popolo e di un principio sull’altare della "stabilità" non si riveli semplicemente un inutile scempio del concetto di eguaglianza dei popoli e degli Stati dentro l’Unione. Grazie a questo parallelismo, della cui natura provocatoria siamo consapevoli, si vuole affermare un concetto semplice: ogni qualvolta la comunità internazionale ritiene di essere di fronte a una minaccia mortale per il sistema, essa è disposta a sospendere la sovranità dei piccoli Stati su richiesta dei "grandi". Si dirà che i greci dei nostri giorni "se la sono meritata", per i loro conti allegri e per aver chiesto troppo denaro a prestito, mentre i cecoslovacchi di settant’anni fa erano incolpevoli. Non s’intende, qui, avanzare alcun dubbio sull’innocenza di boemi e moravi, ma forse qualche attenuante i "colpevoli" greci la meritano. Perché, dopo che in tanti ci hanno per tanto tempo spiegato che per Paesi finanziariamente deboli come la Grecia (e il Portogallo, l’Irlanda, ma anche per l’Italia e la Spagna…) il principale vantaggio del passaggio all’euro era costituito dal potersi indebitare a un tasso più conveniente del passato, oggi li si considera dei reietti proprio perché hanno seguito la lezione, perché si sono indebitati, non potendo più svalutare la dracma... E ci si dimentica che chi pretende rigore sa benissimo che senza Grecia e quelli come lei (cioè senza questo euro il cui tasso di cambio è reso meno devastante proprio dalla presenza dei reietti), la Germania non avrebbe esportato in questi anni neppure un bullone, altro che un’intera Mercedes...La realtà è che i Paesi finanziariamente forti hanno potuto godere in questi anni degli effetti positivi di un euro "svalutato", per il fatto che la forza dell’euro tedesco e francese era compensata dalla debolezza dell’euro greco, italiano, spagnolo, portoghese. Siamo allora davvero sicuri che le misure e i modi con cui esse sono stata imposte a Cannes, che in ogni caso fanno strame dell’uguaglianza tra i popoli e gli Stati membri della Ue, non finiranno solo con il rinviare la necessità di più coraggiose e maggiori azioni contro la speculazione, così come, alla fine, per battere il nazismo fu necessaria una guerra mondiale, e il sacrificio della Cecoslovacchia si rivelò essere controproducente, perché ritardò e rese più costosa questa consapevolezza?Ciò su cui dovremmo fermarci a riflettere è espresso da una semplice frase: o riusciamo a salvare insieme mercato e democrazia, politica ed economia, oppure in seguito e a causa delle ferite e umiliazioni che imponiamo alla democrazia finirà con il morire anche il mercato: ma non gli speculatori, ovviamente, che sanno fare i propri interessi in qualunque sistema economico, tanto in pace quanto in guerra.Proprio lo "scandalo" del referendum greco ci dice che su questa pericolosa china siamo già avviati. Qualcuno ricorderà che non molti anni fa, in occasione dell’approvazione di quella che "non diventò" la Costituzione europea, il presidente francese Chirac scelse la via del referendum di fronte a un passaggio che avrebbe modificato la sovranità di Parigi. Lo perse. E tutta Europa pagò il prezzo di quel referendum. Ma ai greci questo lusso non è stato concesso, perché i mercati non avrebbero capito, e infatti la speculazione si era scatenata al solo annuncio dell’idea del premier Papandreou.Mercati 1-popoli 0, verrebbe da osservare. Ma c’è da dubitare che lo stesso rigore verrebbe applicato se fosse la Francia a essere costretta a un piano "lacrime e sangue". Così come per il famoso "fondo salva Stati", richiesto dai mercati altrettanto imperiosamente dei sacrifici imposti alla Grecia, ma che risulta nessuno abbia imposto alla Germania la quale, se la Grecia dovesse "saltare", pagherebbe più di tutti (insieme alla Francia), considerato che le sue banche si sono riempite le casse di quei titoli pubblici di Atene che oggi considerano "spazzatura".
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