Non uomini ma clave quei corpi
sabato 12 settembre 2020

Son qui che guardo in internet le foto degli accusati di aver ucciso Willy, e c’è molto da capire, in quelle immagini. C’è un’idea di vita, di rapporto con gli altri, di giustizia, di società, di destino. Quei nerboruti cultori delle arti marziali miste, in sigla Mma, non hanno ancora ucciso, lo faranno tra poco (se sono loro), ma intanto mostrano la forza, i muscoli, i tendini, sotto la pelle, tutto l’armamentario di cui son dotati, che non è soltanto un dono di natura ma anche un prodotto della cultura, e quindi di tanta fatica. Hanno un torace che ostenta potenza.

Non sono come me. Sono artificiali, sono costruiti. Se la forza che la Natura gli dà è 20, loro la moltiplicano per cinque, e la fanno 100. Nelle foto e nei video ostentano questo 100. Ne fanno una minaccia. Conosco, perché mi è stato raccontato, uno che pratica il body building, tutte le sere va in palestra per ore, e quando entra lancia un grido per avvertire tutti: «Chi è che entra qua? Un uomo o una clava?». La clava è più di un uomo, la clava è un’arma primordiale, serve per sfracellare il cranio e il cervello del nemico, animale o uomo, non ha coscienza, quindi non ha rimorso, e questo è un traguardo, questo è un progresso. Dal loro punto di vista, i cultori della forza bruta considerano se stessi progrediti sulla via della perfezione, e me, e quelli come me, ci considerano arretrati. Nei video mostrano la loro perfezione. Il loro corpo è coperto di tatuaggi.

È istoriato, cioè carico di storia. È un corpo scritto. Scritto vuol dire che sa fare, ha fatto e fa azioni degne di essere scritte cioè ricordate. Queste azioni sono ostili, a me e a tutti. Uno di loro infatti ci guarda dritto negli occhi e alza verso di noi la mano destra col dito medio allungato. Vuol dire che quel che lui è, è contro di noi; quel che fa, lo fa contro di noi. Ce l’ha con noi, si sente nostro nemico. Noi siamo la mediocrità odiosa a Nietzsche, lui anzi loro sono la punizione della mediocrità. Sono il culto della bellezza. Si considerano belli, e considerano belli i loro corpi super tatuati. Bellezza e forza vanno insieme, come forza e violenza. Bellezza anche nel senso di arte, come ci ha dimostrato Francis Ford Coppola in 'Apocalypse Now'.

Quando Robert Duvall piomba con quella che chiama la «cavalleria del cielo», una squadra di elicotteri, sul villaggio vietnamita per bruciarlo e distruggerlo, negli elicotteri fa suonare a tutto spiano la 'Cavalcata delle Valchirie' di Wagner, perché dice che sentendo questa musica grandiosa il nemico se la fa sotto: contadini e contadine sentono insieme il rombo dei rotori, le raffiche delle mitragliatrici, e la musica di Wagner, il massimo della terribilità. La morte arriva preannunciata dallo spavento. Chi ammazza deve far paura. Spaventare e ammazzare è un destino tragico.

Perciò Duvall e tutti i suoi hanno una faccia cattiva e ottusa. Guardo questi picchiatori-sospetti- assassini di Colleferro, frontali, dritti verso di me, seriosi, senza la minima traccia di sorriso, e mi pare di vedere le stesse facce ottuse e tragiche. Come se quello che stanno per fare fosse un destino crudele, a cui non possono sottrarsi. Ce l’han messa tutta, per diventare quello che sono. Non uomini ma clave.

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