martedì 3 maggio 2011
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Caro direttore, il commento di Parsi pubblicato sabato 30 aprile sul vostro quotidiano, che espone una serie di giudizi impietosi sul "pacifismo" della Lega, mi offende profondamente come cattolica, prima ancora che come leghista. Esso sembrerebbe tradire una certa faziosità e scarso amore per la verità, quella stessa cui – si suppone – un quotidiano come Avvenire dovrebbe rendere servizio, con «alta onestà professionale, correttezza e rispetto, apertura alle prospettive diverse, chiarezza nell’affrontare i problemi, libertà da steccati ideologici, consapevolezza della complessità dei problemi» «per trovare le migliori soluzioni condivise su tali questioni in una società pluralistica», così come insegnava proprio sabato scorso il Santo Padre. Da coordinatrice dell’Umanitaria Padana Onlus, associazione impegnata da 12 anni in tutto il mondo a portare aiuti alle popolazioni colpite da guerre, calamità e persecuzioni, molte volte con i nostri contingenti impegnati in missioni di pace (e non con quelli con ingaggi di guerra!) e molte più con missionari e Chiese locali, avrei molte cose da dire. Ma per noi i valori e i principi non sono mai stati una bandiera da sventolare o una vetrina da esibire o strumentalizzare nella polemica politica e non lo farò certamente questa volta. Tanto il Signore vede e sa ogni cosa. Immagino che voi non riusciate proprio a comprendere i nostri valori e principi –  che la mia associazione ha riassunto nel motto "Aiutiamo i popoli a casa loro, aiutiamoli ad aiutarsi, costruiamo insieme la pace" – che spesso appaiono dissonanti rispetto a tanta retorica solidarista e pacifista anche in campo cattolico, ma non, per esempio, rispetto ai documenti del Magistero, su tutti le Encicliche sulla Carità di Papa Benedetto XVI. Certamente le nostre sensibilità e i nostri linguaggi sono molto diversi. Però vi invito a un esame di coscienza, se qualche volta avete mai almeno provato a conoscerci e a capirci, al di là dei vostri pregiudizi. Grazie per l’attenzione.

Sara Fumagalli

Non «giudizi impietosi» o «pregiudizi», cara signora Fumagalli, ma rigorosa presa d’atto – secondo il costume di Avvenire – di affermazioni e slogan "sbandierati" in questi giorni da autorevoli esponenti della Lega Nord, a cominciare dal suo stesso leader Umberto Bossi. Sabato scorso, infatti, l’analisi di Vittorio E. Parsi ha messo al centro nient’altro che ciò che ha dominato – anche in modo infuocato – quegli interventi: il "pacifismo localista" (e a sfondo fiscale: guerra = tasse) e la riduzione del problema dei profughi alla sola dimensione del rischio-invasione. Le dichiarazioni e l’azione istituzionale del ministro Maroni hanno avuto un’intenzione, un’intonazione e una cura diverse? Benissimo, come del resto abbiamo registrato e sottolineato. La lodevole attività umanitaria della Onlus che lei coordina ha un respiro mondiale e una retta ispirazione? Ottimo. Non mi stupisce affatto una tale diversità di voci, registri e "linguaggi" anche all’interno del suo partito, gentile signora, visto che proprio in questo spazio di colloquio coi lettori ho già sottolineato quanto articolata si stia facendo pure la realtà leghista.Un’ultima cosa: l’esame di coscienza è esercizio utilissimo, anche sul piano professionale, e per me non rappresenta certo una novità… A lei consiglio, invece, un semplice "esame" (ovvero la lettura costante) di Avvenire che evidentemente scorre solo di quando in quando. Magari si renderà conto che i valori ai quali noi ci ispiriamo – e che lei dichiara esserle sommamente cari – non possono proprio essere confusi con qualche «pregiudizio».
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