lunedì 17 settembre 2012
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​Caro direttore,
il premier Monti dice, in sostanza, che il prossimo premier avrà già l’agenda pronta, e dovrà semplicemente limitarsi a proseguire l’opera iniziata dall’attuale governo. Se guardo dal mio angolo visuale (genitore e presidente del Faes, che gestisce scuole non statali paritarie non elitarie con grandi agevolazioni a favore di non abbienti), mi auguro invece che il futuro premier dedichi ben altra attenzione ai temi della famiglia, del crollo demografico e della libertà scolastica: ambiti cruciali per il nostro sviluppo, snobbati da decenni dalla miopia bipartisan di politici e tecnici.
Giovanni De Marchi, presidente associazione FAES (Famiglia e Scuola – Milano)
L’inevitabile «agenda» della quale lei parla, caro De Marchi, è già stata stilata da questo governo guidato da Monti e da quello precedente guidato da Berlusconi che accettò – a nome dell’Italia e non della maggioranza pro tempore allora in sella – i “compiti a casa” del risanamento dettati dalla Ue. Ma al risanamento, e alle sue arcigne regole, si deve accompagnare lo sviluppo, che se non è anche umano non si realizza davvero e stabilmente neppure sul solo piano economico. E perché ci sia sviluppo penso anch’io, come lei, che serva una politica che qualcuno negli ultimi decenni ha ogni tanto promesso, ma che nessuno – ripeto nessuno – ha concretamente impostato per sostenere in modo strutturale e, dunque, non episodico la famiglia con figli e la libertà di educare (che è garantita da risorse adeguate e rispetto vero per “tutta la scuola che è offerta a tutti”, con standard definiti dallo Stato: quella organizzata direttamente dallo Stato stesso e quella paritaria promossa dalla società). Insomma, ha proprio ragione: non usciremo da questa crisi con passo sicuro e con quel po’ di necessario slancio per risalire la china se non risolveremo anche questo quasi incredibile problema di miopia tecnico–politica. È bene che i politici in campo e quelli che aspirano a entrarci comincino a metterci su la testa con serietà.
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