martedì 10 maggio 2016
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Caro direttore, non sapevo che don Sturzo che per tutta la durata dell’incarico di pro Sindaco di Caltagirone si sia astenuto dal confessare «per non correre il rischio che ci fossero persone che venivano a confessarmi fatti incompatibili con la mia coscienza di sindaco, e di questa rinuncia mi dolevo». C’è una bella differenza col concetto di incompatibilità del Pd. Vittorio Savoia Cesena Gli «incompatibili con la coscienza» non sono di una parte sola, caro amico. E non è una consolazione. (mt) MATRIMONIO CRISTIANO: OGGI LA NOTIZIA PIÙ STRAORDINARIA Caro direttore, prendo le mosse da una lettera pubblicata su 'Avvenire' il 6 maggio 2016. Condivido le parole del signor Cesare Vazza, ma trovandomi per servizio educativo in mezzo ai giovani ed essendo io stesso un giovane, mi sento in dovere di sgombrare il campo da un comune equivoco: sono quantomai preziose le vocazioni religiose, in particolare quelle sacerdotali, poiché senza sacerdote non c’è Eucaristia e senza Eucaristia noi non possiamo fare nulla (Gv 15,5). La via del servizio all’altare non è, però, l’unica strada percorribile per la propria santificazione e perciò (ecco l’equivoco che serpeggia tra i ragazzi) se si parla di vocazioni, non si può parlare soltanto di preti. Non foss’altro perché se il Concilio Vaticano II ha parlato chiaro presentando il prete come segno di Cristo presente e operante, al servizio della comunità (come rimarca appunto il signor Vazza), non si è certo dimenticato di sottolineare un’altra verità che il Santo Padre Francesco ricorda nell’Amoris laetitia (n.67): «Gli sposi sono come consacrati e, mediante una grazia propria, edificano il Corpo di Cristo e costituiscono una Chiesa domestica ». Se è vero, allora, che non esiste Cristo senza la Sua Chiesa, allora non esiste sacerdote senza la famiglia, a maggior ragione di questi tempi in cui quel che una volta era ordinario, vale a dire un uomo ed una donna che si promettono un amore eterno, esclusivo, indissolubile, orientato al loro benessere e all’educazione dei figli, è forse, oggi, la notizia più straordinaria che possa giungere alle nostre orecchie. Con la consueta stima e i miei più cordiali saluti, Carlo Maria Cattaneo Gorla Minore ( Va) IN DOLENTE MEMORIA DELLA PICCOLA FORTUNA Gentile direttore, in memoria della piccola Fortuna, pensando per lei ali di aquilone: «Le mie ali / sono fatte di cera; / i miei occhi / sono fatti di paura; / la mia bocca / di filo spinato. / Ho sognato di volare / tra gli sguardi della gente; / al mio risveglio / freddo e polvere». Fabio Salvatore Pascale
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