Caro direttore,
ho letto e condiviso la riflessione del collega Andrea Fagioli (“Avvenire” di martedì 26 gennaio) sul pessimo servizio reso dalla tv “pubblica” in materia di utero in affitto e adozioni di coppie omosessuali. A proposito della serata di domenica scorsa, vorrei segnalare anche il servizio della trasmissione “Le Iene”, in onda su Italia Uno, che ha coinvolto alcuni bambini tra i 3 e i 12 anni per commentare la proposta di matrimonio di un uomo a un altro uomo. A ognuno di questi bambini veniva mostrato un video. Nel video – aperto da immagini delle piazze “arcobaleno” di sabato 23 con vari primi piani di bambini (anche qui) – un barman rivolgeva una proposta di nozze a qualcuno non inquadrato. Alla fine, la sorpresa: non era una lei, ma un lui. Ed ecco il gran finale: un bacio appassionato tra i due. Reazioni dei bambini tra lo stupore, l’imbarazzo, lo sconcerto, perfino la repulsione, una di loro nega che sia un uomo il destinatario della proposta. Tutti sono inquadrati in volto: tanto, chisseneimporta delle Carte, poi “Le Iene” sono iene, non giornalisti. E via con i commenti, con il montaggio incalzante che contraddistingue il programma: opinioni diverse, qualcuno perfino discetta sulle leggi, e il finale di Viola, che dice «Non c’è niente di strano nell’amore», analogamente ad altri, soprattutto i più grandi. Morale (si fa per dire, quella delle “iene”): «Tutto normale, è amore, vorreste negare i loro diritti? Se lo dicono i bambini, che male c’è? Capito, brutti retrogradi, come vi permettete di discriminare e di criticare quella legge che deve essere approvata?». Mi viene in mente Gaber: «Mi fa male accendere la televisione... non c’è fondo, non c’è fondo!». Un caro saluto
Angelo Zema