Le barche nell'alluvione di Klee raccontano le nostre braccia tese
mercoledì 24 maggio 2023

Fermi il fuoco, non l’acqua. Scorrono immagini incredibili sul monitor. Non si parla dell’India o di chissà quale parte del mondo, ma si parla di pochi chilometri da casa tua, a volte di pochi metri da casa tua. Si parla dei tuoi amici, di quelli che hai visto qualche settimana fa e che ora non hanno più nulla, travolti dall’acqua. Qualcuno non ce l’ha fatta, sorpreso dall’onda, paralizzato da una scossa elettrica, travolto da un crollo, qualcuno era lì solo per aiutare.

E noi siamo in preghiera, con l’animo sospeso per i vivi e per i feriti, per quelli che hanno perso i loro cari. Ma non si riesce a restare inerti. La commozione della tenacia romagnola ed emiliana, che si rimbocca le maniche e cerca disperatamente di dominare il destino avverso con la forza del carattere e della dignità, prende il sopravvento.

Mi viene in mente un’opera di Paul Klee. Non è uno dei miei autori preferiti ma, in questo caso, mi commuove perché la sua sintetica interpretazione è una realtà.

Il dipinto s’intitola Boote in Überflutung, Barche nell’alluvione. Il fondo, beige chiaro, travolge tutto, proprio come il fango che ha drammaticamente tinto elementi e case dello stesso color sabbia. Si vedono, nella parte bassa, alberi e oggetti rovesciati, essi sopravvivono al fango, ma hanno il colore dell’acqua. Sono alberi blu che tentano di non lasciarsi dominare dalla forza impetuosa della natura, diventata improvvisamente nemica, eppure soccombono, curvandosi, spezzati e sradicati, senza possibilità di ancorare le loro radici alla terra. Non così l’uomo. Nella parte alta della tempera ecco le barche che scivolano sull'acqua, dominando l’elemento con l’intelligenza, la tenacia e il cuore. Alcuni uomini remano ma altri stanno lì, eretti, con le braccia allungate, tese ad abbracciare chi ha bisogno d’essere salvato.

Abbiamo desiderato essere queste braccia tese, non soltanto nella preghiera, ma inviando pale, aspiratori dell’acqua, stivali di gomma, rastrelli senza denti per respingere l’acqua. Cose scomparse nelle zone alluvionate, travolte anch’esse dal fango o dalla necessità dei primi soccorsi. E la nostra piccola iniziativa si è trasformata in una gara di solidarietà: i nostri giovani Adoratori Missionari (Igam), i loro genitori, i parenti, gli amici, hanno letteralmente sommerso il cortile della Ditta Enzo Maioli di Reggio Emilia, casa di una nostra sorella, con ogni tipo di attrezzo utile all'emergenza.

E così mi commuove ancora quel piccolo uomo blu di Paul Klee, indomito, in piedi sulla barca. Ci sono cose più forti della tragedia: la solidarietà, l’amore, la tenacia, e l’intelligenza dell’uomo che pur nel dolore è capace di grandi cose. Con l’aiuto di Dio.

Paul Klee, Barche nell’alluvione, particolare, Fondazione Beyeler, Riehen Basel, Beyeler Collection

Paul Klee, Barche nell’alluvione, particolare, Fondazione Beyeler, Riehen Basel, Beyeler Collection - Robert Bayer

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