La giusta libertà su ciò che è opinabile e la difesa della vita che non si fa a pezzi
venerdì 18 novembre 2016

Caro direttore,
le scrivo sull’argomento del referendum costituzionale per manifestare la mia sorpresa e anche il dispiacere nel vedere l’attivismo profuso dal Movimento Cristiano Lavoratori (del quale sono socio da sempre) e del Comitato Famiglie nel fare propaganda per il No. Francamente non capisco perché schierare dei Movimenti su una tematica come questa, che non riguarda temi etici, che non lede la dignità o la libertà della persona, e che in alcun modo mette in discussione la democrazia; si tratta di un argomento prettamente tecnico, si tenta di riorganizzare/ristrutturare la macchina statale, come normalmente si fa con una azienda da manutenere, e credo che nessuno possa dirsi soddisfatto dell’attuale andamento della nostra Azienda Italia. Ho anche pensato che potesse essere una rivalsa nei confronti del premier Renzi in seguito all’approvazione della legge sulle unioni civili, ma mi sembra impossibile, sarebbe come se un lavoratore operasse in modo tale da far fallire l’azienda nella quale è impiegato solo per il fatto che non approva il comportamento morale del principale nella sua vita privata. Spero proprio di no, e comunque il dubbio ce lo leveremo presto. Io mi auguro che, nonostante tutto, il prossimo 4 dicembre le persone quando andranno a votare non pensino agli interessi dei loro referenti politici, ma una volta tanto pensino a ciò che è meglio per il semplice cittadino, e in questo caso non può essere altro che votare Sì.

Graziano Batisti - Prato


Gentile direttore,


ho letto con piacere il suo articolo di prima pagina, di domenica 13 novembre, sulle affermazioni di Matteo Salvini («Le parole e i fatti»), e lo condivido per la sua chiarezza e acutezza. Poi ho letto le dichiarazioni del No sul referendum costituzionale del Mcl. Pensi, direttore, sono socio delle Acli che si sono schierate per il Sì. E mi è venuto un lampo che ha rafforzato la mia decisione, già radicata, per un più che convinto No. Nel contempo mi sono domandato come mai lei, direttore, non fa un articolo di fondo contro la "deriva antropologica" del presidente del consiglio Renzi e del Pd. La Lega su profughi dalla guerra, dalle violenze e dalla fame, dice quel che dice, ma con le dichiarazioni fatte da Salvini, in altre materie eticamente sensibili, si schiera contro il matrimonio omosessuale, l’ideologia gender, l’utero in affitto, l’aborto in sé e l’aborto come "diritto" votato anche dal Pd al Parlamento europeo. Il problema antropologico e il problema etico dovrebbero indurla assieme al problema democratico a stare all’erta sulle nuove modifiche della nostra Costituzione.


Roberto Lombardo - Firenze

Mi ha colpito, gentili amici, la vostra contemporanea e conterranea (siete entrambi toscani) dissonanza con le rispettive associazioni di appartenenza. Tra le poche sigle di matrice cattolica ad aver preso netta (e divergente) posizione sulla riforma della seconda parte della Costituzione che sta per essere sottoposta a referendum. Nel vostro caso Sì e No s’intrecciano e si dichiarano in maniera non scontata. Personalmente sono convinto che non pochi italiani il 4 dicembre voteranno così. Per valutazione maturata in autonomia, non sulle parole, ma sui fatti (faccio riecheggiare anch’io il titolo del mio editoriale di domenica scorsa). Su "Avvenire" abbiamo cercato di accompagnare con rispetto ed efficacia questo esercizio di cittadinanza e di libertà su una materia importante eppure opinabile. E io stesso non ho voluto mettere, in questo frangente, i miei specifici pensieri (e il mio voto), che pure ho chiari, sopra al compito di sereno servizio che ci siamo dati. Una scelta che ha coinciso – e la cosa ci ha confortato e spronato ulteriormente – con l’indicazione di metodo poi espressa dai nostri vescovi. Quanto alle derive antropologiche ed etiche, ne vedo diverse e da parte di differenti leader: appena accennate, sbandierate e realizzate. Di tutte diamo conto. E su tutte esprimiamo un motivato parere. Chi ci legge a singhiozzo o non ci legge affatto e presume di sapere che cosa scriviamo – non parlo dell’amico Lombardo, sia chiaro – tira conclusioni sballate e anche ridicole. Altre volte pone, comunque, problemi seri. Ieri Renato Farina lo ha fatto sulle colonne che ospitano le sue riflessioni, sostenendo – in sostanza – che "Avvenire" riguardo alle battaglie politico-elettorali Usa avrebbe messo tra parentesi il dramma dell’aborto. No, come sempre e più di sempre in questo tempo a rischio di smemoratezza dell’essenziale, noi stiamo dalla parte della vita soprattutto quando è senza voce, fragile, povera e a rischio di esclusione e di eliminazione. Siamo per la vita: del bambino non nato, del discriminato, del malato, dello sfruttato, del bombardato, del migrante... Perché la vita non si fa a pezzi. E neanche la difesa della vita si può fare a pezzi. Su questo siamo voce libera e "scomoda" per quasi tutti. Con convizione.

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