L'Europa ha idee e forze per riprendere ruolo guida
domenica 20 settembre 2020

La pandemia accelera nell'Unione la svolta politica e culturale Caro direttore, nel corso della storia le pandemie hanno cambiato il destino delle persone. Ci fanno vedere il mondo sotto una luce diversa e ci ricordano il valore delle cose più semplici della vita: la quotidianità, l’abbraccio dei nostri cari, la bellezza della natura che ci circonda. Ci fanno anche mettere in discussione il modo in cui facciamo le cose e ci portano a chiederci se esista un modo migliore di farle. E ci offrono l’opportunità di ripensare il futuro. Questa pandemia non farà eccezione. È stato un periodo doloroso e pieno di paure per milioni di persone e non dobbiamo abbassare la guardia, perché i numeri hanno ripreso a salire in alcune parti d’Europa. Gli ultimi sei mesi ci hanno però anche mostrato il valore delle cose, ad esempio appartenere a un’Unione in cui si può contare su 27 nazioni per sostenersi a vicenda. E ci offrono l’opportunità di riemergere più forti insieme.

L’accordo storico su NextGenerationEU, il nostro piano da 750 miliardi di euro per la ripresa e il futuro, dimostra che è possibile. Mai come prima l’Europa si è unita in questo modo. È dunque il momento di cavalcare questo spirito e di sfruttarlo per progredire insieme su altre questioni. La migrazione, ad esempio, un tema che ha diviso l’Europa per troppo tempo e che sono convinta che possiamo e dobbiamo gestire insieme. Basta leggere le notizie per capire quanto sia urgente trovare una soluzione sostenibile per tutti. Come ho annunciato nel mio discorso sullo stato dell’Unione questa settimana, nei prossimi giorni la Commissione europea presenterà un nuovo patto europeo sulla migrazione, che adotterà un approccio umano e umanitario e che non sarà semplicemente denominato patto europeo, ma sarà concepito come soluzione europea comune. Si baserà sulla solidarietà, sia tra gli europei che nei confronti dei rifugiati, e sulla responsabilità collettiva dei governi nazionali. La migrazione non è un fenomeno passeggero. Dobbiamo gestirla bene, con le sue sfide e le sue opportunità.

È il momento di rimettere in piedi l’Europa e di progettare un modo di vivere migliore. Durante il confinamento abbiamo desiderato un’aria più pulita e città più verdi. Le tecnologie digitali hanno consentito agli studenti di continuare ad assistere alle lezioni e alle imprese di continuare a lavorare, ma troppi europei, nelle zone rurali e nelle famiglie svantaggiate, sono stati lasciati indietro. Il mondo post-pandemia deve essere migliore di questo e abbiamo tutto il necessario per far sì che ciò accada. Grazie a NextGenerationEU, abbiamo le risorse finanziarie necessarie per intraprendere azioni urgenti e strategiche, come aumentare la velocità delle connessioni e sostenere l’industria. Possiamo limitarci a rimettere in sesto l’economia o possiamo fare di più: possiamo definire un modo di vivere migliore per il mondo di domani, il che è più importante che mai nel nostro rapporto con il pianeta. Con il Green Deal europeo abbiamo fissato l’obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Per garantire che sia possibile raggiungerlo, proporremo di innalzare l’obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030 ad almeno il 55 %, dall’attuale 40 %. Si tratta di un grande salto ambizioso, ma è sia realistico che vantaggioso per la nostra economia e la nostra industria. Nelle ultime settimane ho ricevuto centinaia di lettere da cittadini, amministratori delegati e Ong: tutti chiedono all’Europa di assumere il ruolo di guida.

E siamo pronti a farlo. Non si tratta solo di ridurre le emissioni, si tratta di costruire un mondo migliore in cui vivere, dagli edifici a trasporti più ecologici. Cambiare in meglio il nostro pianeta significa anche cambiare in meglio la nostra mentalità. Il Green Deal europeo non è solo un progetto ambientale ed economico: dev’essere un nuovo progetto culturale europeo. La cultura nasce dall’unione di grandi menti. Ecco perché voglio che la Ue crei una nuova Bauhaus europea, ispirata alla scuola d’arte fondata un secolo fa che mescolava forma e funzione. Si tratterà di uno spazio di co-creazione in cui architetti e artisti, ingegneri e progettisti lavoreranno insieme per conciliare stile e sostenibilità. Questa è solo una piccola parte del lavoro che ci attende. Dovremo dar prova di determinazione, che sia nell’istituzione di un’Unione Europea della sanità o nel garantire che il lavoro sia remunerativo per tutti. Ma sono convinta che l’Europa abbia tutto ciò che serve per realizzare tutto questo. Abbiamo una visione, un piano, gli investimenti. E abbiamo anche una ritrovata unità. Mettiamoci dunque al lavoro e facciamo in modo che questa pandemia cambi il nostro destino in meglio.

Presidente della Commissione europea

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