mercoledì 2 dicembre 2015
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Da quando, nel mio ruolo di Commissaria, mi sono dedicata ai diritti delle persone con disabilità, ho constatato le difficoltà concrete che queste persone incontrano nella società e sul lavoro. Il divario del tasso di occupazione che caratterizza questa popolazione rispetto alla popolazione in generale è pari al 23,6%, mentre il 30% degli europei con limitazioni parziali o gravi è a rischio di povertà e di esclusione sociale, un tasso molto superiore rispetto alla media dell’Ue. Durante i miei incontri con persone disabili e conversando con loro ho anche constatato le notevoli opportunità che i dispositivi e le applicazioni digitali offrono per rafforzare la partecipazione di queste persone nella società. La tecnologia ha cambiato il nostro modo di vivere e di lavorare: che si tratti di prenotare le vacanze, fare la dichiarazione dei redditi o comunicare con i colleghi, essa semplifica la vita e il lavoro alla maggior parte di noi. Si stima che entro il 2020 nell’Unione europea, 120 milioni di persone saranno affette da una menomazione che limita il loro accesso a determinati prodotti e servizi. Eppure molti di questi prodotti e servizi non sono ancora sufficientemente adatti alle persone che ad esempio non sono in grado di utilizzare una tastiera o guardare un’animazione video. Affinché la digitalizzazione diventi un vero fattore di cambiamento per l’inclusione sociale dei disabili, degli anziani o di altre persone che sono colpite da limitazioni funzionali nell’arco della loro vita, dobbiamo creare un ambiente che incoraggi le imprese a sviluppare prodotti e servizi accessibili a tutti. È per questo motivo che oggi, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, propongo una serie di nuove norme Ue in materia di accessibilità con l’obiettivo di coordinare meglio i nostri sforzi e consentire la libera circolazione nell’Ue di beni e servizi accessibili. La mia proposta si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che è entrata in vigore per l’Ue nel 2011. L’impegno comune dell’Ue e dei 28 Stati membri è rendere i prodotti, i servizi e gli edifici più accessibili. Gli Stati membri hanno iniziato ad applicare la Convenzione, ma in modi molto diversi. Per esempio, un distributore automatico di banconote posto a un’altezza di 1,25 m è considerato accessibile in Francia, in Irlanda e nel Regno Unito mentre è inaccessibile per Paesi Bassi, Germania e Spagna. La proposta intende definire una serie di prescrizioni europee comuni in materia di accessibilità relative a diversi prodotti e servizi tra cui computer, biglietterie automatiche, smartphone, apparecchi televisivi, servizi bancari, libri elettronici e commercio elettronico, che stabiliscono le funzionalità da rendere accessibili. La proposta odierna è un esempio concreto di come l’Unione europea possa davvero fare la differenza nella vita quotidiana dei cittadini migliorando le modalità di funzionamento del mercato interno dell’Ue. Grazie a norme chiare e comuni possiamo promuovere una maggiore competitività e fornire prodotti e servizi a un prezzo migliore ai cittadini che ne hanno bisogno. Questa proposta pone il nostro mercato interno al servizio dell’innovazione e dell’inclusione sociale. *Commissaria Ue per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori
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