martedì 23 giugno 2015
Passare dai buoni propositi ai fatti, coniugando spirito e vita ​(Giulio Albanese)
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L’enciclica di papa Francesco Laudato si’ rappresenta anche uno straordinario contributo in favore dell’impegno ad gentes dei nostri missionari che svolgono il loro apostolato nelle periferie del mondo. Questa lettera, rivolta a credenti e non credenti, non solo rispetta fedelmente lo spirito del Concilio Vaticano II, interpretando i segni dei tempi alla luce della Parola di Dio, ma contrasta profeticamente il pensiero debole della post-modernità. Prendendo lo spunto dall’invocazione di san Francesco d’Assisi, «Laudato si’, mi’ Signore», papa Bergoglio mette in evidenza le questioni cruciali del nostro tempo, quali, ad esempio «l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita» (16). Si tratta di temi interconnessi che stanno a cuore al mondo missionario, in prima linea nel denunciare gli effetti disumanizzanti di certa globalizzazione.In questa prospettiva, possiamo dire che Papa Francesco ha avuto la perspicacia di cogliere la sfida della complessità. Noi stessi «siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora» (2). Il termine complesso deriva dal latino cum-plectere, che significa letteralmente, «con intrecci», sottintendendo l’estrema difficoltà nel comprendere, ad esempio, la complessità dell’eco-sistema, senza scadere in banali semplificazioni. Per affrontare correttamente un fenomeno complesso, occorre conoscerlo nei dettagli, negli effetti, nelle cause e non solo come semplice analisi delle parti, perché il risultato finale non è la semplice somma delle componenti. Questo significa, guardando per esempio alla scottante questione migratoria, che questa, se opportunamente valutata, non può prescindere dalle cause che la generano (guerre, sfruttamento brutale delle risorse da parte delle multinazionali, inquinamento, povertà...) e dalle difficoltà sociali, politiche, legislative ed economiche dei Paesi di accoglienza. Tutti questi fattori, interagiscono tra loro, a volte rendendo la matassa estremamente intricata e difficile da dirimere. Per questi motivi occorre essere pensanti, operando un sano discernimento se vogliamo, come credenti, segnare la svolta, quella dell’agognato cambiamento.A questo proposito, Papa Francesco dimostra di essere – inutile nasconderselo – l’unico vero "statista" sulla scena internazionale in grado di leggere i fatti e gli accadimenti contemporanei con la preoccupazione di affermare la res publica dei popoli. Le analisi, naturalmente, da sole non possono bastare: ci vogliono proposte «di dialogo e di azione che coinvolgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionale» (15), e «che ci aiutino a uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando» (163). Ogni anno vengono pubblicate pile di rapporti sullo stato del nostro pianeta, ma purtroppo tutto poi sembra dissolversi in bolle di sapone.Comunque, è anche evidente, leggendo l’Enciclica, l’invito rivolto alle nostre comunità a evitare la tentazione, sempre in agguato, dell’intimismo. Dobbiamo trovare il coraggio di confessare i nostri "peccati" contro il Creato, passando dai buoni propositi ai fatti, coniugando spirito e vita. Questo indirizzo, autenticamente missionario, deve trasparire nei piani pastorali, ma anche nel nostro modo di concepire, come cattolici, la politica, l’economia, la vita sociale, il proprio modus vivendi. D’altronde, abbiamo tutti, come ci rammenta lo stesso il Papa, una grande responsabilità rispetto al futuro delle giovani generazioni.
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