martedì 10 marzo 2015
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In Italia ha forse più ragione chi sbaglia per primo? È questa la domanda molesta che aleggia da ieri sera. Ribadisce infatti il Tar del Lazio che i sindaci non possono e, dunque, non dovrebbero trascrivere "matrimoni" che qui tali non sono, come quelli tra persone dello stesso sesso (o, magari, quelli poligamici). Ma afferma anche che per riparare il malfatto, in caso di trascrizione, è sbagliato l’intervento rapido del prefetto "armato" della legge vigente, ci vuole una sentenza giudiziaria riparatrice. Tradotto, visti e considerati tempi e condizioni della giustizia civile italiana, questo può significare che un atto fuori della legge verrebbe sanato anche con comodo, tra costi sicuri e prevedibili lungaggini. Un incentivo alla violazione propagandistica delle norme? Un certo battage mediatico-politico lo fa temere. Noi speriamo di no. E attendiamo la parola del Consiglio di Stato.
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