Il bene avanza o arretra? Ovvero: c’è progresso nel bene oppure no? Se volgiamo il nostro sguardo al breve periodo, di fronte ad alcuni fatti di cronaca, il bene sembra arretrare. Ma se guardiamo al lungo termine, non possiamo non notare alcuni significativi passi in avanti: negli stadi oggi si confrontano calciatori e non gladiatori, la schiavitù è stata abolita, le donne si sono emancipate, i diritti dell’uomo e dei bambini si stanno affermando, i disabili si integrano nella società. La vita media è più che raddoppiata in Italia in 150 anni. Nessuno di noi, pur lamentandosi di tante cose, scambierebbe la propria vita con quella di un cittadino di epoche passate. Il progresso del bene (e il suo desiderio?) è testimoniato dalle crescenti aspettative di bene dell’opinione pubblica raccolte dai mezzi di comunicazione di massa. Non possiamo tollerare, ci diciamo, un numero così elevato di morti per incidenti stradali, per calamità naturali o crisi economiche, per malattia: riteniamo i risultati di oggi, che sarebbero stati considerati lusinghieri dalle generazioni passate, inaccettabili per noi.
Nonostante ciò, la risposta finale di questa battaglia non è già scritta: dipende da noi ed è resa più incerta dal fatto che la tecnologia offre strumenti fino a ieri impensabili sia al bene sia al male, aumentando potenza ed effetti degli atti da una parte e dall’altra.
Il bene è utile. Le evidenze statistiche e sperimentali nelle scienze sociali ed economiche non fanno altro che dirci che con più cooperazione, più solidarietà, più capitale sociale possiamo raggiungere equilibri migliori per noi e per tutti, superando i dilemmi sociali, costante delle nostre interazioni. È ormai fatto assodato che il successo delle relazioni affettive, sociali, commerciali, tra individui e tra Stati dipende in modo inestricabie da capitale sociale, fiducia e meritevolezza di fiducia. Questo perché in presenza di informazione imperfetta, contratti incompleti e lentezze della giustizia, le vie esterne per garantirci dal rischio di abuso della controparte sono inevitabilmente meno efficaci. Se c’è fiducia e si costruisce fiducia le relazioni scorrono e la vita sociale ed economica prospera.
Il bene è necessario. Proprio perché la tecnologia, aumentando enormemente gli effetti dei nostri investimenti nel bene, aumenta anche potenza ed effetti di quelli nel male, il bene è oggi più che mai necessario. Il male è infatti potentissimo, disponibile a costo zero. La globalizzazione e la crescente interdipendenza dei nostri destini rende le azioni di male (o almeno alcune di esse) sempre meno innocue e sempre più pericolose. Possiamo costruire facilmente potenti esplosivi con «ricette» disponibili in rete, portare in una valigetta polveri chimiche in grado di fare stragi, schiacciare un bottone davanti un terminale che fa fallire grandi banche e mette sul lastrico interi paesi. Per questo il bene e il coordinamento degli sforzi in tale direzione è oggi riconosciuto come assolutamente necessario da individui e Stati.
Il bene è investimento che rischia di non essere corrisposto. Esso è essenzialmente relazione. Come tale, il risultato finale dei nostri «investimenti» dipende dalla corrispondenza da parte di coloro con cui stiamo costruendo quella relazione (una relazione affettiva, un’associazione, un partito). Chi ha paura del rischio e ha il terrore di essere tradito non riesce a trovare il coraggio di investire nel bene. Eppure il rischio di mancata corrispondenza, di fallimento, è proprio ciò che rende il bene così poetico e struggente, forte proprio perché indifeso.
Il bene è la cosa migliore che può capitare nella nostra vita. Chi ne rimane lontano, soffre di mancanza di pienezza e può morire della sua nostalgia: anzi, è già morto e spesso non sa di esserlo. Lavorare per il bene è la cosa migliore che ci possa capitare nella nostra vita. In mezzo ad inevitabili fatiche, delusioni e tradimenti scopriamo di essere vivi, accesi e di intercettare a tratti una pienezza di vita incredibile. Lavorare per il bene è la cosa più bella che ci può capitare (che possiamo far capitare) nella nostra vita.