martedì 30 luglio 2013
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Caro direttore,
arrivederci al cardinal Tonini. Vorrei dirgli grazie per la sua semplicità, per le sue parole che riuscivano ad arrivare anche ai cuori più duri. Indimenticabili i suoi dialoghi, nei quali sempre ricordava l’amore per i genitori, in particolare per la mamma, che da oggi gli sarà di nuovo accanto. Ci mancherà in questa vita terrena.
Antonio Taddei, Casciano in Val di Pesa (Fi)
Caro direttore,
la madre di Ersilio Tonini diceva: «Ricordiamoci che la fortuna della vita sta nel fare del bene». E il cardinale Tonini, una delle figure più amate e rappresentative della Chiesa italiana, lo ha fatto davvero. Era un vero uomo di Dio, costruttore di pace, che ha saputo incarnare quella capacità di andare verso il mondo che il Concilio Vaticano II aveva auspicato nei confronti della Chiesa. Aveva una spiccata passione per i poveri. Lui stesso povero: da bambino, aveva le scarpe solo per andare a scuola e a Messa la domenica. Il padre gli diceva: «Studia perché ogni conoscenza in più è una ricchezza per i poveri». Con la sua bontà evangelica e il suo linguaggio semplice sapeva raggiungere il cuore di tutti, in particolare dei giovani. Ogni volta che lo vedevo in televisione provavo un’ammirazione unica. Sempre accattivante, contagioso per carità e dolcezza spirituale. Raccomandava alle nuove generazioni di svolgere la propria missione con amore e responsabilità. Insomma, mancherà alla Chiesa, come a tutti noi, per la sua forza d’animo e l’immenso entusiasmo. Grazie per le sue esemplari lezioni di vita che, indubbiamente, rimarranno a lungo nel nostro cuore e nella nostra mente.
 
Franco Petraglia, Cervinara (Av)
 
Caro direttore,
con tutto il cuore vorrei trasmettere le nostre condoglianze per la scomparsa del vostro-nostro cardinale Ersilio Tonini e la partecipazione al dolore dei tanti che lo hanno avuto caro.
 
Claudio Pedretti e mamma Mariagrazia Rossetti
 
Caro direttore,
al cardinale Ersilio Tonini. «Fino alla fine»: Di altra tempra e di stagioni amare, / fratelli contro fratelli e infine la vita / nella scelta di muratore solidale. / Ultimi e reietti di una non civiltà / nel tuo cuore di partigiano della Parola, / nello stesso boccone e nell’unico calice / in condivisione di un tetto voluto. / Ogni volta il tuo sguardo vivo / sposava la tua voce attesa / nel riconoscerti padre e viandante / sulla stessa comune nostra via. / Fino alla fine del Tutto è Grazia.
Mario Pavan, Vicenza
Ci sono tanti modi diversi per amare Dio e i fratelli, cari amici. Ma dopo aver letto le splendide e inedite annotazioni tratte dal 'Diario' del cardinal Ersilio Tonini attorno alle quali, con delicato rispetto, Adelaide Anzani Colombo ha costruito l’editoriale che pubblichiamo oggi in prima pagina, torniamo a scoprire che una sola, in fondo, è la via per seguire Gesù Cristo e, come Lui ci ha insegnato, farsi prossimo: incontrarLo. Il nostro/vostro cardinal Tonini lo ha detto e ripetuto con la sua intera vita di sacerdote e di vescovo e, prima ancora, di figlio. Un figlio innamorato e generoso. Perciò capace di essere e di venire riconosciuto padre, praticamente da tutti. È il dono prezioso di chi vive la gioia cristiana della libertà, sa l’arte della schiettezza eppure mai dimentica le virtù della coerenza, della chiarezza e della fedeltà che si comunicano, contagiano di bene e uniscono. È stato questo il suo tratto forte e dolce, anche nella militanza culturale e giornalistica, anche nell’appassionato servizio come 'firma' e presidente della società editrice del quotidiano nazionale d’ispirazione cattolica. Perciò noi tutti, 'gente d’Avvenire' – quelli che questo giornale lo fanno e lo leggono –, a lui eravamo e restiamo legati da grande affetto e da enorme gratitudine, sentimenti semplicemente speciali, come ogni legame autentico. «Sono Tonini…», cominciavano invariabilmente così le telefonate d’incoraggiamento, di commento e d’allerta che nei miei primi mesi di direzione mi ha regalato, assieme al ricordo costante del 'mandato' che Paolo VI gli aveva affidato: lavorare e vigilare affinché la voce di 'Avvenire' rimanesse limpida e si facesse sempre più autorevole. Parole dalle quali i miei predecessori sono stati scortati e spronati. Una responsabilità che tutti noi, oggi, continuiamo a portare. Con un Amico in più che, da Lassù, ci accompagna.
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