martedì 11 dicembre 2012
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In queste giornate convulse della politica italiana, dove tutto appare inclinare alla brutta copia delle campagne elettorali passate, è tornato di grande attualità il richiamo all’Europa e alla possibile nascita di un soggetto che in Italia faccia proprie le ragioni del Ppe. Non possiamo, infatti, permettere che tutti i sacrifici fatti dagli italiani in questo anno vengano bruciati dalla campagna politica interna e dalle conseguenti speculazioni internazionali, frutto delle preoccupazioni per ruolo e politiche di Nichi Vendola e per il ritorno in scena di un Silvio Berlusconi antieuropeo.
Faticosamente l’Europa sta lavorando per una fuoriuscita dalla crisi economica e morale, dentro la quale è stata trascinata non solo dalle speculazioni finanziarie, ma soprattutto dalla sostituzione delle visioni ispirate ai valori irrinunciabili della civiltà umana con un liberalismo radicale ed egoistico. Al cuore dell’Europa odierna, il Ppe guida questa rinascita e lo fa ripartendo dai propri valori di sempre, valori chiari e non negoziabili che sono stati riaffermati con chiarezza cristallina nella piattaforma programmatica e nel 'manifesto' approvati a Bucarest due mesi orsono. Vita umana, famiglia basata sul matrimonio e aperta alla vita, giovani, economia sociale di mercato, libertà di coscienza e libera scelta educativa sono principi cardine per tutte le formazioni politiche nazionali aderenti al Ppe e ciascuno deve farsene carico con responsabilità e serietà.
Non ci sono spazi per confusioni nella piattaforma programmatica del Ppe. Non ci sono spazi per populismi, antieuropeismi e vetusti personalismi. È dunque auspicabile la nascita in Italia di un nuovo soggetto politico consistente e variegato per provenienza e apporti ideali, che però abbia un vero e coerente riferimento di base alla chiara linea di azione e ai valori del Ppe. Sono, infatti, convinto anch’io che l’unica strada per il rilancio dell’Europa sia un più forte Ppe. Più forte, dunque, anche in Italia, mettendo al bando i personalismi e tatticismi che hanno segnato un lungo periodo di incoscienza politica. In tutta Europa, ancora oggi nel pieno della crisi, i partiti che invocano responsabilità e serietà e le praticano hanno ascolto e successo.
Mi sembra che in Italia, troppi soggetti politici (e coalizioni) si fondino invece su presupposti anti­sistema, anti-europei, anti-responsabilità. Atteggiamenti e idee che riportano inesorabilmente allo stesso errore che ha prodotto la drammatica condizione in cui il Paese si trovava prima del Governo Monti e che torna a incombere su di noi. L’evoluzione di queste giornate, sino alle dimissioni del premier Monti, ci riportano indietro, a 18 anni orsono: populismi antisistema, populismi antieuropei, coalizioni composte da soggetti disomogenei. Il tutto per arrivare al potere, non certo per indicare una prospettiva di serietà e di sviluppo.
Il tempo corre, e ora siamo chiamati a decidere, assumendoci responsabilità pubbliche, come ha giustamente affermato l’amico presidente della componente italiana del Ppe all’Europarlamento, Mario Mauro. Nel poco tempo che manca alle elezioni politiche in Italia, a partire dall’orizzonte del superiore interesse dell’Italia e dei valori del Ppe, si possono unire partiti, movimenti, persone della politica e della società che desiderano servire con serietà e responsabilità il proprio popolo. Se questa è la prospettiva condivisa, lo vedremo già nei prossimi giorni in cui sarà necessario rompere con le piccole e grandi 'comodità' del passato e costruire insieme nuove proposte e opportunità politiche. Credo che lo dobbiamo fare, nella consapevolezza del momento storico che vivono l’Italia e l’Europa, tanto difficile quanto carico di opportunità future.
Se davvero si vuole dare rappresentanza a quella maggioranza degli italiani che crede e spera nei valori e nelle iniziative del Ppe, se si intende sul serio dare sostanza e seguito agli appelli rivolti a Mario Monti e al rigore e allo spirito di servizio da lui dimostrati, allora si parta per il cammino. Da Pier Ferdinando Casini a Mario Mauro, da Luca Cordero di Montezemolo ad Andrea Riccardi si faccia un passo avanti. È il momento dei gesti chiari, disinteressati e impegnativi.
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