I comuni con i cittadini per la transizione ecologica
giovedì 28 ottobre 2021

Gentile direttore, ho molto apprezzato l’editoriale di Leonardo Becchetti pubblicato su Avvenire del 27 ottobre 2021 e condivido l’idea che il 'potere forte' del cambiamento possiamo essere noi. I prossimi anni saranno particolarmente impegnativi. Una sfida epocale ci attende. Chiunque abbia la responsabilità, a qualsiasi livello istituzionale, di governare i processi di efficace ed efficiente utilizzo della massa di risorse che l’Europa ci ha messo a disposizione, integrate da quelle complementari del Governo, ha il dovere di impegnarsi con grande spirito di collaborazione e di unità nel perseguimento di questo fondamentale obiettivo: utilizzare e spendere rapidamente queste risorse su progetti seri e concreti di realizzazione delle infrastrutture fisiche, digitali e sociali nonché del rafforzamento della qualità del capitale umano di cui il nostro Paese ha tremendamente bisogno.

Se così sarà, il raggiungimento degli obiettivi del Piano articolato nelle sei missioni ci consentirà nei prossimi anni non soltanto un importante aumento del Pil nazionale e conseguente crescita occupazionale, come previsto da tutte le stime, ma anche e soprattutto la possibilità di mettere basi solide per far fare al nostro Paese un salto qualitativo nei fondamentali della crescita, un patrimonio da lasciare alle future generazioni.

Il Piano europeo di finanziamento delle risorse è chiamato Next Generation Eu e sostituisce la parola 'resilienza' con 'futuro'. Non a caso in tempi pre-pandemici, con l’accordo di Parigi, la Ue e i suoi Stati membri hanno portato in alto l’asticella delle misure da adottare per evitare pericolosi cambiamenti climatici limitando il riscaldamento globale e le emissioni dei singoli Stati, impegnandoli entro il 2050 a una vera e concreta transizione ecologica. Per la 'next generation' un vero e proprio 'green deal' europeo. In questo quadro, per i Comuni, come per tutte le amministrazioni pubbliche, si aprono scenari e strade impegnative e probabilmente mai percorse. I Comuni, in particolare, devono fare i conti con una situazione complessa: da una parte i problemi di finanza pubblica che si trascinano dal periodo pre-pandemico, dall’altro la necessità di governare e utilizzare efficacemente e velocemente i fondi che verranno stanziati dal Pnrr. Anci ha avviato da tempo un confronto, sia a livello nazionale sia a livello regionale, con l’obiettivo di rafforzare le misure e gli strumenti a disposizione degli enti più piccoli e per consentire loro di affrontare con più serenità questa fase.

Importantissimo sarà avere la capacità tecnica e politica di individuare progetti e interventi infrastrutturali che siano veramente coerenti con gli obiettivi e le strategie del Piano e che possano realmente avere un impatto significativo sui centri urbani e sui territori. Ancor più importante sarà avere ad esempio a disposizione adeguate risorse umane per il governo delle procedure, del monitoraggio e della rendicontazione dei progetti assegnati. Così come estremamente importante sarà avere poi la capacità economico-finanziaria di poter gestire adeguatamente le fasi successive alla realizzazione delle opere infrastrutturali.

I Comuni e i sindaci non si sono mai sottratti alle loro responsabilità e sono convinto che continueranno a farlo anche di fronte a una sfida come questa, ma devono essere messi nelle condizioni di poter aiutare il Paese a raggiungere gli obiettivi prefissati, perché le trasformazioni che vogliamo innescare possano realmente essere sostenibili nel futuro. Penso a cose concrete, come le nuove competenze da formare all’interno dei Comuni, come l’utilizzo di nuovi 'strumenti' che minimizzino il gap esistente tra trasformazione digitale e cittadini come utenti fruitori. E penso anche a una trasformazione ecologica che inizi il proprio percorso in un quadro complessivo di economia circolare e che coinvolga un nuovo ciclo dei rifiuti, l’utilizzo consapevole di beni preziosi come l’acqua, penso a una mobilità urbana sostenibile, integrata e che migliori la qualità dell’aria che respiriamo. Se ci limiteremo a utilizzare le risorse che 'pioveranno' sui territori senza comprendere che la vera sfida è individuare con visione e lungimiranza ciò che vogliamo essere tra trent’anni, avremo probabilmente già fallito in partenza il percorso intrapreso.

Sindaco di Novara (Lega) e presidente di Ifel-Anci

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