Eutanasia, domande e parole «forti»: tra veri diritti e pura misericordia
venerdì 27 agosto 2021

Caro direttore, rispondo a Paola Binetti che sabato 21 agosto ha parlato dell’iniziativa referendaria sull’eutanasia come di un tentativo di aprire le porte all’omicidio. È un linguaggio che avrei preferito non sentire, visto che spesso, pur essendo io laico e non credente, ho condiviso la sensibilità cattolica della senatrice. Risuona il bisogno di parole forti che abbiamo sentito anche in occasione della recente proposta Zan. E in queste materie parole forti non servono. Non sono omicidi quelli di cui parla il quesito Cappato, o se lo sono, sono della stessa natura di quegli omicidi praticati da sempre al riparo del chiasso, anche in cliniche cattoliche, da medici misericordiosi.

La buona morte c’è già. Non facciamo gli gnorri. Facendo chiasso rischiamo che si faccia strada il lato inquietante della cosa: che si possa travalicare la volontà del malato incurabile per mille e sospettabilissimi motivi. Sulle battaglie che Marco Cappato ha portato avanti fino al quesito ricordato anche dalla senatrice Binetti ci sono delle pagine su cui vorrei attirare l’attenzione dei cattolici: quanta poca misericordia nel negare la Messa a chi ricorre a quella estrema e dolorosa e drammatica decisione che ha l’amore come molla. L’amore di chi ha speso una vita accanto alla sofferenza. Misericordia che, invece, si è profusa quando si è concesso l’onore della solennità ecclesiale a noti mafiosi e criminali che drappeggiarono la chiesa con la gigantografia di un boss. Con rispetto.

Alessandro Tessari


Il quesito che Cappato e altri stanno proponendo con successo alla firma degli italiani, caro professor Tessari, incide proprio sull’articolo del Codice penale che punisce l’omicidio del consenziente. E lo fa decisamente male, come il professor Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, ha spiegato nell’intervista qui pubblicata sabato 21 agosto, cioè lo stesso giorno dell’intervento pacato eppure allarmato della senatrice Binetti. Le «parole» (e le scelte) forti e persino dirompenti sono, dunque, nell’oggetto stesso della campagna referendaria. Che rischia – come ho ricordato proprio qui, in dialogo con Marco Cappato – di portare alla depenalizzazione dell’omicidio di chiunque affermi (o possa aver affermato) di desiderarlo, anche se perfettamente sano.

La misericordia che combatte il dolore, sino a cancellarlo, anche a costo di accorciare la vita, e che evita l’accanimento terapeutico (lo spiegò a tutti papa Pio XII, nel 1957), è misericordia umana e cristiana, e non è abbandono terapeutico e deliberato spegnimento anzitempo di una vita che degnamente può essere vissuta e accudita. Qui è il punto, e qui il fraintendimento a mio parere anti-solidale del ciclico battage eutanasico (visti, per di più, gli amari risultati nei Paesi dove esso ha avuto successo).

Detto questo, penso anch’io che sia misericordia benedetta e necessaria quella che non lesina riti di commiato per ogni persona, comunque la sua vita terrena si sia conclusa, e parole di consolazione per chi resta. Ed è misericordia che non contempla in alcun modo chiasso, e strumentalizzazioni smaccate e persino criminali. Camminiamo, lo sappiamo entrambi, caro Tessari, su un crinale sottile e tagliente, quando parliamo di eutanasia. E pensare, come sembra far lei, che nel futuro che ci sta davanti si corra il rischio di essere tenuti in vita per «sospettabilissimi » motivi di business è forse peccare un po’ troppo di ottimismo. Si inclina piuttosto nella direzione opposta, quella di considerare (e far sentire) i vecchi e i malati (poveri) 'centri di costo' inutili e persino intollerabili, un gravame per società e bilanci statali.

L’eutanasia come 'diritto' di libertà alla morte on demand (e la domanda, oggi più mai, può essere indotta), e non come dovere di proporzionata cura e di lenimento della sofferenza, a mio parere, è funzionale più alla logica di quelli che con orrore una volta venivano chiamati 'spiccialetti' che alla solidarietà rispettosa. Con amicizia. (mt)

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