sabato 1 marzo 2014
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Proviamo a immaginare di sentire i nostri figli piangere per la fame mentre noi non abbiamo nulla per nutrirli. È una situazione disperata in cui si trovano ogni giorno centinaia di milioni di famiglie. Proviamo a far girare, nel tempo che ci separa dall’Expo milanese del 2015, questa efficace immagine usata dal Cardinale Rodriguez Maradiaga, presidente della Caritas internationalis, per lanciare la campagna globale della Chiesa cattolica sul diritto al cibo. Il titolo è «Una sola famiglia umana, cibo per tutti» e vuole sensibilizzare le coscienze su due obiettivi di grande politica: dimezzare la fame entro il 2025 e far approvare in ciascuno Stato partecipante all’Esposizione universale di Milano una legge che assicuri ai cittadini l’accesso al cibo. L’associazionismo cattolico italiano, significativamente unito nel lanciare la campagna nazionale, ha voluto aggiungere allo slogan la frase «è compito nostro».Parole che costituiscono l’eredità morale di Graziella Fumagalli, medico e volontaria della Caritas uccisa in Somalia nel 1995. Le usava per spiegare perché restava al suo posto. Diventa compito nostro coinvolgere comunità, scuole, parrocchie, associazioni, famiglie nell’ampia riflessione sull’accesso di tutti a un cibo sano, giusto e sostenibile; su come trasformare una finanza speculativa in strumento al servizio dell’uomo, sulle relazioni di pace alla base di una equa redistribuzione delle risorse del Creato, che potrebbero nutrire 10 miliardi di persone.Soprattutto, è nostro dovere promuovere cambiamenti nel modello di sviluppo all’insegna della sobrietà, della giustizia e della solidarietà. Siamo invitati a diventare testimoni credibili partendo dagli stili di vita quotidiani. A ridurre gli sprechi – alimentari e non – e a condividere il cibo con chi, anche in Italia, non può assicurare un pasto nutriente ai figli. Da qui all’Expo siamo chiamati a diffondere un sogno: che la prossima generazione non conosca il pianto disperato per la fame di bambini e padri.
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