mercoledì 23 luglio 2014
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Scenari mondiali in cui la guerra sembra l’unico modo per risolvere contrasti e gravi ingiustizie a danno dei più deboli; a casa nostra una ripresa economica ancora troppo timida; su tutto, una grave incertezza esistenziale che toglie energia e visione del futuro. A mali estremi, estremi rimedi? No, rimedi “periferici”: è ciò che propone il Meeting di Rimini quest’anno, raccogliendo l’appello di papa Francesco a uscire verso le «periferie esistenziali».  L’edizione 2014 del Meeting, intitolata «Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo», è dedicata all’uomo e al suo cuore, l’irriducibile desiderio di bene che lo costituisce. Questa forza dell’uomo è considerata “periferica”, qualcosa di insignificante. Ma proprio questa forza, figlia della propria identità e autenticità, è il fattore vero e duraturo che determina il mondo e la storia.  Pensiamo a fatti diversi, ma caratterizzati da questo “scatto” nel cuore dell’uomo: la rinascita dell’Europa dopo le guerre mondiali fratricide, la pace in Nord Irlanda, la transizione pacifica nell’Est Europa, la ripresa del dialogo in Sudafrica dopo la detenzione di Mandela… A questo riguardo c’è un punto che caratterizza da sempre l’impegno del Meeting, che non a caso si chiama «per l’amicizia fra i popoli»: portare alla luce come il dialogo, che nasce quando si dà spazio a questo anelito, nella storia si riveli vincente. Quest’anno toccherà a padre Pierbattista Pizzaballa (custode di Terra Santa e uno dei protagonisti decisivi nell’organizzazione dello storico incontro in Vaticano tra Papa Francesco, Shimon Peres e Abu Mazen) testimoniare questo punto nell’incontro inaugurale, «Dialogo: unica via per la pace». E sulla stessa linea interverranno Paul Bhatti, fratello del politico pakistano ucciso per il suo impegno in difesa delle minoranze (cristiane e non solo) perseguitate, e Ignatius Kaigama, presidente della Conferenza episcopale della Nigeria, che riporteranno al centro dell’attenzione fatti drammatici, ma ormai abbandonati all’indifferenza quasi totale, come il rapimento delle 300 ragazze nigeriane o le uccisioni quotidiane da parte dei qaedisti in Iraq.  Ma anche in questo caso il tema è il richiamo alla vera libertà e possibilità di bene per ogni persona, che può riportare la pace e offrire una svolta. E non la guerra di civiltà, come si nota dai fallimenti totali di strategie fondate su prove di forza.  Allora, centro del Meeting saranno questi solo apparentemente periferici protagonisti: ragazzi che ci ricordano come dopo la rivoluzione di piazza Taharir in Egitto è una nuova affezione tra giovani musulmani e cristiani copti la vera possibilità di svolta; ucraini, che credono nella possibilità di una convivenza pacifica con i russi, come Alexandr Filonenko, docente di filosofia all’università di Char’kow, a cui è affidata la relazione sul titolo del Meeting. E ancora, Panteleimon (vicario del Patriarca di tutta la Russia), Shodo Habukawa, monaco buddista, Joseph Weiler, costituzionalista americano di fama mondiale e presidente dell’Istituto universitario europeo, che parlerà dell’orizzonte dell’Europa di oggi e domani.  Per rispondere alla crisi epocale della società e della politica, il Meeting riscopre quella periferia esistenziale del mondo che è capace di percepirsi in cammino verso un destino buono. Come ci diranno Luciano Violante e Javier Prades, rettore dell’Università San Damaso di Madrid, la giustizia nasce da un’affezione all’uomo, dalla gratuità. Ripartire dalla risorsa umana significa anche mettere al centro il tema dell’educazione e della formazione, fulcro di una vera ripresa sociale. Al Meeting saranno affrontati diversi temi che riguardano la crescita, il lavoro e il welfare. E interverranno protagonisti dello scenario economico come Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, e Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, insieme a imprenditori di piccole, medie e grandi aziende, che dialogheranno per aiutarsi a capire come svoltare.  Il Meeting approfondisce quest’anno la sua intuizione originaria, che non è quella di essere un palcoscenico per chi è in cerca di notorietà tardo-estiva, ma quella di mostrare esempi di crescita umana e di amicizia tra persone di origine ed estrazione differenti, che lottano pacificamente per libertà, giustizia, sviluppo e autenticità umana: ciò che rimane quando tutto sembra crollare. Come testimoniano i personaggi delle canzoni di Enzo Jannacci e degli episodi di Giovannino Guareschi, che sarà possibile incontrare nello spazio “Mondo piccolo e Roba minima”. Personaggi in apparenza marginali, che non cercano il riconoscimento sociale, ma, non si sa come, semplicemente stanno, vivendo dei loro bisogni e desideri. Storie imprevedibili, sempre imperfette, come è l’uomo, ma portatrici di bene e novità. Storie alla ricerca del proprio “centro”, che vivono la “periferia” come luogo in cui scoprire le proprie radici umane, perché poi i rami dell’albero possano crescere in tutte le direzioni. *Presidente Fondazione per la Sussidiarietà
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