giovedì 15 settembre 2011
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​Gentile direttore,
in una situazione italiana così difficile dal punto di vista economico e sociale, vorrei chiederle come sia possibile conciliare l’attuale classe politica con soluzioni effettive di concreta utilità per i cittadini e soprattutto per i giovani. Le risposte che si sono viste sembrano frutto più di improvvisazione che di effettiva competenza e professionalità. Come cittadini non abbiamo la possibilità di cambiare tali persone, stabilite di fatto dalle segreterie di partito, e le decisioni che prendono costoro non paiono avere alcun segno di equità e giustizia. Non se ne vergognano neppure davanti all’opinione pubblica nazionale e internazionale. Ho letto recentemente una biografia di De Gasperi: quale dignità e dirittura morale! Gli odierni politici non reggono certo il confronto, né danno segno di ravvedersi con pubblici esempi. Tanto per dirne una: si fa un referendum per abolire il finanziamento ai partiti e lo aggirano con il nome di "rimborso spese elettorali". Perché non rinunciano almeno a quei soldi che gli italiani non vogliono dare loro? Mi chiedo e le chiedo: cosa posso/possiamo fare fare come cittadini? Anche noi abbiamo una dignità e faticando ad arrivare alla fine del mese ci si sente davvero offesi. In attesa di cortese risposta attraverso il nostro quotidiano, ringrazio per la pazienza di aver letto il mio sfogo e porgo cordiali saluti.
Alessandro Serafini, Bologna
 
La pazienza per cui essere grati, caro signor Serafini, non è la mia, ma quella che persone come lei esercitano nei confronti di una classe politica che dovrebbe decidersi a mandare chiari e univoci segnali positivi al Paese. Come? Con un cambiamento della legge elettorale che superi le normative che hanno condizionato la Seconda Repubblica, allontanando Palazzo e gente, e restituisca finalmente agli elettori la libertà di scegliere i propri rappresentanti. E, insieme, con un’esemplare e concreta (cioè non altalenante e non evasiva) svolta all’insegna della sobrietà per quanto attiene ai "costi della politica". Vorrei, poi, anch’io che ci fosse oggi sulla scena un Alcide De Gasperi, ma per intanto mi accontenterei che tutti coloro che a parole si richiamano ai valori, alle scelte e allo stile degasperiano fossero conseguenti nei fatti.
 
Marco Tarquinio
 
 
 
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