mercoledì 12 febbraio 2025
Negli Stati Uniti dilagano in rete le influencer che si mostrano felici e gioiose nel ruolo di "tradizionali" donne di casa. Nostalgia, favola o solo un grande business?
Alcune tra le più seguite influencer statunitensi del filone "trad wives"

Alcune tra le più seguite influencer statunitensi del filone "trad wives" - Instagram

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La prima tentazione è liquidarle come un’altra categoria di influencer in cerca di contratti lucrativi, con la fastidiosa aggravante che si presentano sotto mentite spoglie. Le trad wives (semplicemente, abbreviato, “mogli tradizionali”) che abbracciano con gioia il ruolo di casalinga e madre, si sottomettono con altrettanto entusiasmo al capofamiglia, poi filmano e postano online i video della loro vita familiare idillica, sono ipnotiche. E non sono vere. Belle, pettinate, mai in disordine, ci accompagnano dal web cucinando da zero la pizza o le lasagne con trucco completo, gioielli e gonna longuette. Nessuna polvere, liquido o salsa macchia le loro maniche o schizza sul loro viso. La loro cucina è immacolata. Il sudore è bandito dalla loro fronte, persino quando, come Hannah Neeleman nella sua fattoria, documentano la mungitura delle mucche e la semina del giardino per nove milioni di follower mentre otto figli giocano allegri alle loro spalle.

È facile, appunto, relegarle a fenomeno mediatico. Ma se tutto è commerciale, ciò che viene venduto conta. Perché questa recente sublimazione di un ritorno ai ruoli tradizionali della famiglia? Anche se la visione che propongono è sicuramente romanticizzata, patinata e, in fondo, falsata (c’è una certa contraddizione fra “ritornare al passato” e filmarsi con il filtro di un telefono di ultima generazione, e anche tra rifiutare la carriera e farsi pagare dagli sponsor), questa visione ha guadagnato milioni di aderenti, moltissime donne, e molti dei quali dicono di temere che la cultura americana si sia allontanata troppo dai valori sui quali era stata fondata. Chi ammira le trad wives spesso mette il like ai commenti del neo-vicepresidente J.D. Vance sull’eccessiva e nociva presenza, in politica, di donne senza figli e ammira la retorica in difesa delle famiglie numerose di Elon Musk. Ma altrettanti abbonati ai canali youTube o Instagram delle trad wives non si identificano tanto con movimenti politici di destra quanto con un malessere nei confronti di una società in cui i ruoli dei sessi, e spesso la loro stessa definizione, è arrivata a un livello di complicazione troppo difficile da navigare.

Non può essere un caso che l’esplosione del fenomeno delle trad wives (i video hanno oltre 300 milioni di visualizzazioni su TikTok) coincida con un’impennata della forza lavoro femminile (imposta dall’aumento del costo della vita) e con il calo della natalità. Più sorprendente è che allo stesso tempo, negli ultimi anni, negli Stati Uniti si sia registrata una crescente divisione di principi e valori tra giovani uomini e giovani donne, dove i maschi hanno idee più conservatrici della società e dei rapporti di coppia delle loro coetanee. Un sondaggio Gallup del 2024 rivelava che più della metà dei giovani vorrebbe sapere in ogni momento dove si trovava la moglie o fidanzata, rispetto al 46% del 2017. Gli intervistati erano anche più propensi a dire che un uomo dovrebbe avere l’ultima parola nelle decisioni all’interno del matrimonio rispetto al 2017, passando dal 34% al 41%.

Allora perché sono le donne a fare dei video per altre donne in cui propongono un ritorno alla mentalità degli anni Cinquanta, con la loro celebrazione della domesticità ed estetizzazione dei lavori domestici? È difficile credere che molte influencer, o molte loro fan, accetterebbero di non avere il diritto di ottenere una carta di credito o un prestito, come accadeva allora, ma molte, pur dichiarandosi femministe, lamentano la pressione sociale di “dover” conquistare una posizione nel mondo produttivo, di “dover” avere una carriera di successo, e di essere viste come un fallimento se non lo fanno.

Se alla metà del ventesimo secolo riviste, telefilm e pubblicità promuovevano un certo tipo di moglie come mezzo per ristabilire l’ordine sociale dopo la Seconda guerra mondiale, quando molte donne erano entrate nel mercato del lavoro, adesso forse le giovani che affermano di voler essere esclusivamente “una buona moglie, una brava madre e un'efficiente casalinga” vogliono ristabilire un equilibrio che sentono di avere perso. Spesso, va detto, non per colpa loro o delle donne che le hanno precedute. Alcuni sociologi leggono infatti il fenomeno delle trad wives e soprattutto il suo successo fra le Millennial e la Gen Z come una sorta di rassegnazione psicologica in risposta al miraggio della parità e al sogno infranto di conciliare famiglia e professione. Un ripiegare dopo essersi rese conto che l’ingresso nel mondo del lavoro non è stata una conquista ma un’illusione che ha portato a maggiore fatica e a continue battaglie. In quest’ottica, allora, le influencer che giocano alla moglie tradizionale funzionano come una sirena che invita le donne a smettere di lottare e a dedicarsi a compiti per i quali, almeno, saranno riconosciute e per la quali esistono chiari modelli storici.

Un’altra estetica alla quale alcune mogli tradizionali si richiamano, infatti, è il passato coloniale americano. Kelly Havens Stickle, trad wife dell’Ohio con più di 56.000 follower su Instagram, ha pubblicato lunghi post in cui si paragona a «una pellegrina che alleva pellegrini». La già citata Neeleman mette in rete filmati in cui cuce gli abiti trapuntati per le figlie mentre la bandiera americana sventola dalla veranda – un richiamo a un tempo più semplice, anche più spirituale, dove i valori cristiani sulle quali l’America è fondata erano accettati e condivisi. Un lusso che, a giudicare dai video delle trad wives, non è concesso alle donne dalla pelle scura, sovrappeso o disabili. O a quelle che non hanno un marito benestante perché restare a casa a occuparsi dei figli e a fare il pane oggi, in America, richiede un certo privilegio economico.

E in questi elementi esclusivisti e finanziari è contenuta una deriva che il fenomeno sembra star prendendo. La nuova generazione di mogli tradizionali è infatti sempre più giovane, ricca e raffinata. Se le prime avevano suscitato un dibattito e creato una comunità, quelle che sono sopravvissute alla selezione naturale della rete sono modelle famose e irraggiungibili, autentiche macchine da soldi. Mentre Estee Williams e Jasmine Dinis moltiplicano i riferimenti a Amazon per procurarsi i loro accessori da forno e aspirapolvere preferiti, sui quali ricevono una commissione, le giovani donne che le ammirano inseguono sempre più una fantasia abilmente curata, attratte, forse, dal fascino dell’apparente anti-trambusto, dalla rinuncia all'insoddisfazione lavorativa e all'insicurezza economica, o tentate dalla promessa di un'identità unica e coerente costruita attorno all’idea di un tempo in cui non hanno mai vissuto.

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