lunedì 4 febbraio 2013
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L’approvazione da parte dell’Assemblea nazionale francese dell’articolo 1 della legge sul «matrimonio per tutti», che introduce le nozze tra persone dello stesso sesso, segna un salto di qualità che è insieme giuridico e antropologico. La grande manifestazione popolare che il 13 gennaio aveva visto scendere in piazza centinaia di migliaia di sostenitori del matrimonio naturale, unitamente alle ferme e ripetute prese di posizione della Chiesa cattolica, di altre confessioni religiose e di molti esponenti del mondo laico, avevano dato la misura di quanto la proposta di legge sia divisiva, e venga avvertita come un autentico «strappo» all’interno della ricca e composita società transalpina. Uno strappo condotto con ostinazione, a colpi di maggioranza parlamentare. E quindi formalmente legittimato, ma non per questo meno dirompente. Non è in gioco infatti una questione religiosa, ma un dato che appartiene alla profondità della natura umana e al fondamento di un rapporto – quello matrimoniale – da sempre fondato sull’unione tra un uomo  e una donna. Questione di ragione e questione di sentimento popolare, non di fede.
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