domenica 28 agosto 2011
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Gentile direttore, vorrei esprimere a lei e ai suoi colleghi i miei complimenti per l’ottima (e doverosa) iniziativa di smentita, dati alla mano, delle frottole che si raccontano sulla Chiesa e sui presunti favoritismi fiscali di cui godrebbe ingiustamente e in esclusiva. Da cattolico praticante, trovo spesso difficile poter fornire dati certi e risposte efficaci alle tante critiche che sento in questo periodo. Non perché non voglia, ma perché il lavoro, il volontariato e la mia famiglia riducono il tempo che posso dedicare a una ricerca di questo tipo. La ringrazio quindi perché Avvenire ha messo a disposizione di noi tutti i mezzi per confutare le tante sciocchezze che circolano. La Chiesa e le sue opere sono sempre perfette?No, perché gli uomini non sono perfetti e possono sbagliare. Tutti possono migliorare. Ma questo non significa dover accettare accuse che non hanno fondamento. Ed è doloroso vedere che qualche volta anche nella Chiesa c’è qualcuno che fa sorprendentemente da sponda al gioco al massacro della verità. In ogni caso, continuiamo a rimanere sereni, perché «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». È proprio questo il caso.

Lorenzo Nannetti

La ringrazio, caro signor Nannetti, per la condivisione e il buon uso fatto dei dati di realtà che, da cronisti, mettiamo a disposizione sia di quanti vogliono davvero capire di che cosa si parla quando si evocano malignamente i «privilegi» fiscali della Chiesa sia di tutti coloro che hanno interesse a comprendere chi, e che cosa, c’è dietro a ben note campagne truffaldine. Quanto a certe sorprendenti «sponde» ecclesiali del gioco al massacro della verità e della carità cristiana che si sta cercando di imporre, avrei in mente qualche esempio... Mi limito a segnalarne uno che mi ha davvero lasciato a bocca aperta. Un sacerdote genovese, don Paolo Farinella, parroco in San Torpete, non ha resistito alla tentazione di farsi raccontare come un eroe «controcorrente» sullo storico giornale della sua città, il Secolo XIX. Ha addirittura dichiarato di aver «rinunciato all’esenzione» dall’Ici per le case della sua parrocchia date in affitto a privati. Beh, don Farinella non è un eroe, ma solo un parroco che fa il proprio dovere esattamente come tutti gli altri parroci nelle sue stesse condizioni. Solo che lui, parlando a sproposito, non ha esitato ad accreditare le falsità scagliate contro la sua e nostra Chiesa. Don Farinella non ha insomma rinunciato spontaneamente a un bel nulla, ha solo rispettato la legge. Perché le case di proprietà ecclesiale date in affitto pagano regolarmente Ici e tasse in tutta Genova e in tutta Italia, non solo nella parrocchia di San Torpete (proprio ieri abbiamo pubblicato a pagina 3 la serena lettera di un parroco romano).Io sono solo un cristiano, caro amico, ma mi sento affettuosamente solidale con tutti i preti offesi da uno di loro che si è descritto come 'giustiziere' per il solo fatto di non essere un "fuorilegge".Gli altri sacerdoti, senza mettersi mediatiche medaglie di latta, pagano come tutti gli italiani onesti. E come ogni italiano onesto chiedono più giustizia fiscale. Per tutti, a cominciare dalle famiglie alle quali, nel loro apostolato, i parroci sono vicini come quasi nessun politico e nessun giornalista sa essere.

Marco Tarquinio

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