Chi deturpa il vero volto di una città viva
mercoledì 4 gennaio 2017

Napoli, per le feste di Natale, ha fatto il pieno di turisti. Non possiamo che esserne contenti. La città è ricca di storia, di arte, di fede, di cultura. Il popolo napoletano è un popolo accogliente, buono, tollerante. Napoli non è mai stata una città razzista. Al contrario, qui gli stranieri si sentono a loro agio poche ore dopo avervi messo piede. Napoli, però, porta sulle spalle, da decenni un pesantissimo fardello dal quale non riesce a liberarsi. La camorra qui ha messo le radici. È bene parlarne? Una polemica vecchia, inutile, noiosa. C'è chi pensa che scrivendo di camorra e camorristi si faccia un danno all'immagine della città che si riversa sul commercio e sul turismo. E allora non fa che presentare le cose belle che da secoli hanno fatto bella Napoli.

Hanno ragione costoro? Sì e no. Al lato opposto c'è chi crede che far passare sotto silenzio i mali di Napoli serva solo ad alimentarli e incrementarli. Hanno ragione costoro? Ancora una volta, sì e no. La verità forse è più semplice di quanto si possa credere. Allora? Allora diciamo che una città bella e interessante come Napoli non merita di essere insozzata e svilita dalla camorra. Diciamo che i camorristi deturpano il vero volto dei napoletani. Un volto simpatico, ottimista. Un volto accogliente, intelligente, onesto. Purtroppo la stragrande maggioranza dei napoletani paga un prezzo altissimo per colpe che non ha mai commesso. A Napoli puoi visitare posti incantevoli come piazza Plebiscito e la riviera. Puoi spalancare gli occhi davanti a opere d'arte. Puoi rallegrare il cuore ascoltando canzoni antiche che non escono di moda.

Purtroppo a Napoli continuano ad accadere fatti e misfatti che fanno raggelare il sangue nelle vene. Le "paranze delle creature", queste assurde bande di giovanissimi camorristi che, in pieno giorno, si fanno guerra per le vie della città, sono una realtà più brutta della peste, alla quale bisogna a tutti i costi porre rimedio. Dire queste cose vuol dire non amare Napoli? Assolutamente no. Al contrario, vuol dire amarla troppo. Troppo preziosa è la città per lasciarla in mano alla camorra. E non basta disegnare percorsi sicuri per i turisti. I vicoli di Napoli sono Napoli. I quartieri a rischio sono dignitosi quanto quelli della Napoli bene. Nessuno, in nessun luogo, può dirsi al sicuro se in giro continuano a sfrecciare, armate, su moto di grossa cilindrata, queste "creature" che han perduto il ben dell'intelletto. E se questi ragazzini, ammaliati dal denaro, rovinati dalla droga, fuorviati dalla sete di potere, deturpano il volto della città, la città ha l'obbligo di difendersi con tutte le sue forze. Troppe sono le persone innocenti morte o ferite per mano dei camorristi. Un elenco lunghissimo.

Purtroppo è successo ancora, mercoledì 4 gennaio. A rimanere ferita a un piede stavolta è una bambina di dieci anni appena. È rimasta coinvolta in una sparatoria mentre passeggiava col suo papà. Con lei tre venditori ambulanti senegalesi, forse i veri bersagli della rappresaglia. La zona, teatro dell'agguato, ancora una volta è Forcella. Il luogo dove nel 2004 venne uccisa la cara Annalisa Durante. Aveva 14 anni. La notte di san Silvestro del 2015 a cadere sotto i colpi fu l'innocente Maikol Russo. Di anni ne aveva 27.

La bambina è viva per miracolo. Poteva andare peggio, ma anche se guarirà, la ferita inferta le lascerà una cicatrice nell'anima. Una bambina è solo una bambina. Deve essere trattata da bambina, difesa, custodita dagli adulti. Una bambina ha il diritto di passeggiare serena per la sua città senza il terrore di essere ammazzata. A Napoli la guerra tra i numerosi clan della camorra continua anche quando sembra che sia tornata la pace. E all'improvviso fa sentire la sua voce. Voce di pistole e mitragliette. Voce di sangue, di terrore e di dolore. Napoli deve liberarsi da questa zavorra oggi come seppe fare con le forze armate tedesche ieri. Napoli deve vivere. Lo chiediamo tutti insieme, perché tutti amiamo questa città tra le più belle al mondo, baciata da Dio e dal creato.

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