giovedì 24 marzo 2016
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Cara redazione di Popotus, colgo l’occasione del ventennale per mandarvi un messaggio che da tempo avevo in mente. Sono una volontaria A.IT.A. (Associazione Italiana Afasici) di Varese ed ho cominciato l’attività nel lontano 2002. Con altri volontari incontro ogni mercoledì un gruppo di amici reduci da ictus o da altre patologie cerebrali: colpiti anche nel centro del linguaggio, essi presentano grandi difficoltà nel parlare, leggere, scrivere. Lo scopo della nostra associazione è di far uscire queste persone dall’isolamento che inevitabilmente le opprime e di favorire la loro socializzazione e la loro comunicazione. Per la nostra attività di lettura e conversazione usiamo articoli di Popotus perché hanno il pregio di essere brevi, semplici nel lessico e nella sintassi, spesso interessanti nel contenuto anche per un adulto e per di più proposti con caratteri di stampa ben leggibili. Così risultano alla portata dei nostri amici, non più in grado di leggere e di recepire un qualsiasi articolo di giornale. Popotus è davvero una grande risorsa per noi! Da nonna e lettrice quotidiana di “Avvenire”, poi giro sempre l’inserto ai maggiori dei miei numerosi nipoti (14-12-10-6 anni), che lo ricevono volentieri e vi trovano tanti spunti interessanti. Spero di poter contare su di voi per gli altri nipotini (5-3 anni – 7 mesi) che via via impareranno a leggere. Con viva cordialità, stima e gratitudine. Carla Marazzi V enti anni fa ero già, come oggi, il papà felice di Roberta, Mino e Alice: che grande soddisfazione assistere alla nascita di Popotus! L’ho proposto prima ai miei figli e poi, nel tempo, alle mie amabili nipotine Maria Clerice (oggi appassionata liceale) e Maria Celeste. Credo che il modo pulito ed incondizionato con cui vengono illustrati i fatti, in questo straordinario giornale per ragazzi, dovrebbe esserci di grande esempio a noi grandi, sia quando scegliamo semplicemente di leggere un quotidiano o un periodico, sia quando ci rimettiamo personalmente… la penna! Tonio Scanderebech C ari Amici, sono un vecchio (ma non solo per data di abbonamento ad “Avvenire” ma per … età!) vostro attento e incantato lettore. Trovo quello che riportate con tanta delicatezza e comprensione sorprendente in un mondo dove comunicare e farsi capire diventa sempre più difficile. Ma non sono tanto sorpreso – tuttavia – per la delicatezza con la quale vi intrattenete sugli argomenti scelti, ma soprattutto per i disegni. Quando vedo gli elaborati, sorrido e mi meraviglio sempre per la fantasia del disegnatore. Mi direte: ma solo per questo? Ma lo ripeto, per tutto quello che cercate, con delicatezza e precisione, fare “arrivare” ai giovani, distratti (?) da tanti marchingegni moderni o attività, che inducono a non considerare il mondo in cui si vive. In questi ultimi mesi, purtroppo!, devo ricorrere alle cure del mio dentista. Una volta ho trovato, in attesa, una giovane mamma con una piccola vicino. La mamma, col tablet e la piccola con il suo telefonino a giocare. Da allora, raccolgo a casa e porto dal dentista, previo consenso, tutti i numeri di Popotus e mi si dice che viene letto e apprezzato. Forza e coraggio. Pensate anche a noi vecchietti, che di fronte a tanti problemi barcolliamo e non sempre riusciamo a seguire gli eventi. In passato, quando mi sono occupato dell’8 per mille nella mia diocesi e nella mia regione, ho promosso una domenica dedicata alla diffusione di Avvenire. Ma da allora, nonostante tante sollecitazioni, nulla più. Vi abbraccio con vero affetto e gratitudine. Popotus fa molto bene anche a noi vecchietti. Giulio Nicoletti A ll’epoca della tua nascita avevo 25 anni e collaboravo con l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Aversa, quindi Avvenire, tuo fratello maggiore, era uno strumento di lavoro quotidiano. Quando ebbi tra le mani il tuo primo numero mi resi conto che eri una novità assoluta per il contenuto e per la forma. Era proprio quello che ci voleva nel panorama editoriale, uno strumento capace di parlare ai ragazzi educandoli alla conoscenza della realtà, avendo i mezzi adeguati per formarsi una opinione e devo dire che a volte eri molto più efficace dei giornali per grandi. Da allora non ti ho più perso di vista, mi hai aiutato nell’attività di animazione e soprattutto quando sono nati i miei due figli, Raffaele e Marida, per me e Cinzia, mia metà, sei stato l’amico per informarci insieme e discutere dell’attualità, soprattutto quando accadevano eventi dolorosi e difficili da trattare. Grazie a Dio riuscivi a trovare sempre il modo giusto e ci ha sempre dato anche tante buone notizie per alimentare la nostra speranza. Ora che sono insegnante, sei ancora e sempre con me in classe come validissimo collaboratore per formare i miei alunni. Grazie per tutto quello che fai, anche se è il tuo compleanno sei tu a farci i più bei regali. Ti auguro di crescere bene, come stai facendo, senza perdere la tua freschezza! Con affetto Peppino Dell’Aversana Sant’Arpino (Ce) A uguri di lunga vita a Popotus! Conosco Popotus dai tempi della scuola materna: avevo 4 anni quando ho iniziato a sfogliarlo perché lo trovavo in casa di mio nonno Cecco O. e dalla nonna Gabriella L. a Fontanella. Ricordo bene i giochi nell’ultima pagina con gli spazi da colorare, le sagome del presepe da ritagliare, le barzellette che mi venivano lette e pure spiegate. Passato poi alla scuola elementare lo leggevo da solo “volentieri” e lo portavo anche a scuola dove la maestra utilizzava alcune parti come “dettati” perché riassumevano con un linguaggio semplice, ma profondo, alcuni contenuti importanti trattati in classe. Popotus è stato un valido aiuto anche nello svolgimento dei compiti alla scuola media (copiavo alcuni articoli di attualità)... ed anche ora che frequento l’università trovo ancora Popotus in casa mia (sempre regalato dal nonno) e... lo leggo sempre “volentieri” prima di passarlo al mio grande amico Andrea!!! Lunga lettura di Popotus a tutti da Gabriele Lingiardi A vrei voluto inviare questa lettera corredata di foto: era bellissima, una bimbetta di 18 mesi, cicciottina con la bandana in testa sul passeggino che tiene Popotus aperto davanti a lei e lo legge con attenzione... Il terremoto ha portato con sé anche questa; ho cercato ovunque, ma ho dovuto arrendermi, è andata perduta. Ma la piccola Virginia è cresciuta e pochi giorni fa, nel suo undicesimo compleanno ha potuto ricevere un abbonamento a Popotus tutto per lei, col suo nome stampigliato sopra: era felice, lo leggeva sempre avidamente, qua a casa mia, e ora che con la famiglia si è trasferita a Verona e ci vediamo raramente, quel giornale diventa un legame importante, da nonna a nipote e viceversa. Ma Popotus per me è anche strumento di lavoro a scuola, spunto per gli spettacoli che annualmente scrivo e metto in scena con i bimbi della primaria, stimolo per le colleghe quando affiggo articoli in bacheca... Insomma: grazie, grazie di esistere e di continuare questo cammino bellissimo e (immagino) non facile. C Antonella aro Popotus, io la mia collega Paola ti abbiamo letto fin dall’inizio e diffuso tra le bambine e i bambini delle nostre classi. I tuoi articoli sono stati stimolo per ricerche e discussioni, ma soprattutto hai rappresentato un modello di riferimento quando abbiamo deciso di pubblicare un nostro giornale. Ci sono piaciute le rubriche tenute da Petrosino e oggi ci piace “La scuola del Gratuito” di Ferdinando Ciani. La mia collega Paola da qualche anno è in pensione, ma io e i miei alunni continuiamo a leggerti e commentarti. Anche quest’anno parteciperemo al concorso Pagine di Classe. Tanti auguri per il tuo ventesimo compleanno! Lorenzo Bussi Scuola primaria “4 Novembre”, Portogruaro ( Ve) R icordo benissimo quando risolsi il gioco dell’ultima pagina del giornale e inviai in redazione il fax con la risposta. Per tutto il sabato successivo, a scuola, questa segreta speranza mi accompagnò e una volta a casa, mi precipitai su per le scale, afferrai Popotus che mi aspettava appoggiato sul divano e lo girai all’ultima pagina. “I vincitori del quiz della settimana scorsa sono…”: avevo vinto! Fu una gioia incredibile. Sono sempre rimasta un’affezionata lettrice del giornale, che in casa continua a essere apprezzato anche dai grandi per la sua capacità di sintetizzare e spiegare in modo semplice anche complessi argomenti di attualità. Agnese Telmon D ue anni fa, ora siamo in quinta, a inizio anno scolastico, insieme alle mie colleghe ho proposto alla classe un articolo apparso in prima pagina di Popotus che riguardava la scuola in Inghilterra e alcune decisioni prese in merito al comportamento degli alunni. La lettura dell’articolo ci è stata di molto aiuto per la discussione e la riflessione sulla convivenza scolastica e da quell’articolo avevamo ricavato un motto che ancora oggi è in bella mostra nell’aula e che è stato di monito per i ragazzi, in questi anni, per poter vivere bene insieme. Antonella Colombo, Scuola Primaria C. Collodi, Classe V C Verderio (Lc) S ei il mio newspaper che irrora la mia testa come fresca rugiada. Bonario e sorridente mi parli e mi ascolti. Amico sicuro e affettuoso auguri di lunga vita per la gioia che doni a tutti i tuoi lettori. Domenica D.F. S iamo gli alunni della classe quinta dell’Istituto “Sacro Cuore” di Romagnano Sesia (No). Abbiamo conosciuto Popotus quando siamo venuti in questa scuola, che è un istituto di suore, ed abbiamo intervistato una di loro. Suor Nicoletta Bogo, che ha 88 anni, legge Popotus da quando è stato consegnato alla scuola,non si ricorda precisamente gli anni, ma sono tanti! Per lei è un giornalino molto bello che piace anche agli adulti e agli anziani. La cosa che le piace di più di Popotus sono le barzellette di Pierino, ma sono molto interessanti anche gli articoli perché parlano di attualità e possono capirli anche i bambini. Suor Nicoletta ringrazia tutti coloro che lavorano per realizzare il giornalino. Adora le immagini! Distinti saluti. Gli alunni della classe quinta dell’Istituto “Sacro Cuore” di Romagnano Sesia (No) Trovo quello che riportate con tanta delicatezza e comprensione sorprendente in un mondo dove comunicare e farsi capire diventa sempre più difficile.
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