Banche nei «paradisi» questione ineludibile
venerdì 7 aprile 2017

Contro l’elusione fiscale una battaglia di giustizia Non esisterà nessun tema più importante di quello dell’elusione fiscale nell’era delle macchine intelligenti nell’economia globale. Solo un sistema fiscale equo ed efficiente a livello nazionale e internazionale potrà infatti evitare che l’enorme concentrazione di ricchezza in capo ai proprietari delle nuove tecnologie dominanti si trasformi in enormi diseguaglianze sociali, debolezza della domanda globale, disoccupazione di massa e conflitti sociali. Per questo un nodo fondamentale da sciogliere è appunto il caso serio dell’elusione e dei paradisi fiscali.

'Quello che fate è legale, ma è immorale' è il ritornello che ci ripetono i magistrati che a livello internazionale si stanno occupando dell’elusione dei grandi gruppi globali, conducendo spesso in porto inchieste e cause e costringendo quei superpotenti a restituire base fiscale ai Paesi dove veramente producono ricchezza e a cui sottraggono importanti risorse per sanità e istruzione. L’ultimo rapporto Oxfam utilizza la nuova informazione disponibile grazie alla nuova contabilità Paese per Paese (obbligatoria nel settore bancario) e fa capire con alcuni esempi estremamente chiari e interessanti come l’elusione e la presenza di paradisi fiscali producono palesi ingiustizie nonché clamorose distorsioni statistiche che inficiano anche le nostre misure di produttività e di Pil. Usando come indice di profittabilità il rapporto tra profitti e volume d’affari e concentrando l’attenzione sulle 20 maggiori banche europee il rapporto evidenzia un valore abnorme per le attività di tali banche localizzate alle Isole Cayman (167%), seguite da quelle localizzate in Irlanda (76%), in Lussemburgo (61%) a confronto di un tasso di profittabilità del 19% come media di tutti i Paesi in cui queste banche hanno attività. I profitti per addetto sono infatti 6,3 milioni alle Cayman contro 454.000 euro in Lussemburgo contro un valore molto più basso di 45.000 euro come livello medio di tutti i paesi.

O alle Cayman (e a seguire in Lussemburgo e in Irlanda) sono tutti geni o la spiegazione è un’altra. Un altro confronto interessante, costruito apposta per farci pensare, è il confronto tra attività delle 20 maggiori banche nel Principato di Monaco e in Indonesia (per prendere due estremi indicativi). Il giro d’affari è quasi lo stesso (918 milioni contro 973 milioni di euro). I profitti su cui si pagano le tasse nel Paese però sono 358 milioni a Monaco e solo 43 milioni in Indonesia. Peccato che in Indonesia ci siano 28 milioni di persone che vivono sotto i due dollari al giorno (contro 'zero' nel Principato di Monaco) per le quali le risorse fiscali sottratte con l’elusione sarebbero molto utili per promuovere salute e istruzione.

Noi non siamo l’Indonesia, ma neanche il Principato di Monaco e quei soldi farebbero comodo anche a noi. Molti gli interrogativi inquietanti di quest’indagine: a cosa facciamo riferimento quando confrontiamo statistiche di produttività e Pil anche tra Paesi europei (per esempio, tra Italia, Irlanda e Lussemburgo)? Quanto il 'peccato originale' dell’elusione e dei paradisi fiscali nella Ue contribuisce a ridurre le possibilità di convergenza tra Paesi? Le banche europee già deboli e con margini limitati nell’era dei tassi zero sopravvivrebbero a un mondo senza elusione fiscale?

E quanta concorrenza sleale tra grandi e piccoli (che hanno meno strumenti e opportunità per eludere) produce l’elusione ricordando quanto spesso affermato dall’attuale ministro italiano dell’Economia e delle Finanze Per Carlo Padoan quando era all’Ocse e si occupava di questo? Non abbiamo chiaro tutto il sentiero che ci porterà da questo mondo profondamente distorto e ingiusto verso uno dove questi problemi saranno risolti.

Ma è assolutamente chiaro che dovremmo arrivarci, perché la tenuta della domanda e la tenuta sociale delle democrazie nei Paesi ad alto reddito passa attraverso un sistema fiscale diverso in grado di affrontare e risolvere una buona volta questi problemi.

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