Anziani non autosufficienti. Ora il via alla "rivoluzione"
venerdì 8 luglio 2022

Per coloro che assistono un anziano non autosufficiente questi mesi estivi sono i più difficili. Le badanti e i badanti, già non facili da reperire, hanno diritto a godere del loro periodo di ferie retribuite, mentre le famiglie devono a loro volta coordinare i periodi di vacanza (quando possono permetterseli) per non abbandonare i nonni al caldo torrido delle città. Le difficoltà organizzative si sommano così a quelle economiche.

Ciò nonostante, spiega il Censis in una ricerca condotta per l’associazione di datori di lavoro domestico Assindatcolf, il 60% delle famiglie è ancora convinto che sia preferibile curare a casa gli anziani che non ricoverarli nelle Residenze sanitarie. Una scelta coraggiosa e di impegno, che resta però non adeguatamente supportata dallo Stato. Anzi, sostanzialmente ignorata. Tanto che è ancora ferma sul tavolo del Governo la Legge Delega per la riforma della non autosufficienza che potrebbe imprimere una svolta in questo ambito.

Dallo scoppiare della pandemia si è discusso molto di pregi e difetti delle Rsa, fino a ipotizzare il superamento di quel modello di assistenza, in ragione soprattutto della difficoltà a garantire contemporaneamente la sicurezza sanitaria degli ospiti e la continuità dei rapporti sociali con i parenti. In realtà, le famiglie sembrano avere ben chiare le priorità, senza demonizzazioni né esclusioni. Preferibile, secondo quanto rilevato da Censis e Assindatcolf, è sempre la cura domiciliare diretta o attraverso l’assunzione di una o più badanti. Almeno fin quando il quadro sanitario della persona anziana non sia gravemente compromesso e necessiti quindi del personale maggiormente professionalizzato delle Rsa. È una scelta questa che – secondo stime dell’Osservatorio Domina – costa alle famiglie oltre 8 miliardi di euro l’anno e garantisce allo Stato un risparmio di 11 miliardi per il mancato ricovero in strutture pubbliche degli oltre 1 milione di anziani oggi curati a casa. L’assistenza domiciliare, però, sconta almeno due difetti: la metà dei rapporti di lavoro con le badanti è irregolare, risultando troppo oneroso per le famiglie il pagamento di stipendi e contributi, e la qualità dell’assistenza, privata e dei servizi pubblici, non è adeguata ai bisogni degli anziani.

Per trovare una soluzione si è mossa così sia la società civile, con 43 associazioni riunite nel 'Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza', sia due commissioni nominate dal ministero del Lavoro e da quello della Salute, le cui proposte conclusive rappresentano l’ossatura della Legge Delega, già da qualche mese sulla scrivania del Presidente del Consiglio (le ha illustrate su Avvenire del 7 luglio il co-coordinatore delle commissioni, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, in un’intervista a Luciano Moia https://tinyurl.com/3k4jzv4u ).

Nella Legge di Bilancio approvata a fine 2021, invece, erano stati stanziati i primi fondi e le somme più consistenti di finanziamento sono già nel programma del Pnrr. I soldi quindi non mancano. La riforma segna una rivoluzione – almeno sulla carta – che prevede la semplificazione, l’unificazione e l’ampliamento dei servizi pubblici di assistenza domiciliare da un lato e la riqualificazione delle strutture residenziali dall’altro. Con un approccio basato su progetti personalizzati, in un 'prendersi cura' multidimensionale dell’anziano e di chi vi bada.

Non dimenticando l’essenziale supporto economico alle famiglie, con la piena deducibilità (o il credito d’imposta) dei costi per l’assunzione regolare e la professionalizzazione delle badanti. Il progetto è dunque pronto e finanziato, è necessario però che il governo si decida a vararlo in tempi brevi per due buone ragioni. Anzitutto, avviare al più presto l’iter di realizzazione concreta della riforma, che per sua natura non sarà né breve né semplice. E poi soprattutto lanciare un segnale reale di attenzione alle famiglie, alle prese con l’ennesima estate difficile per l’assistenza agli anziani. L’occasione, infine, pure per suonare la sveglia al Parlamento, dove da anni giace indiscussa la legge per supportare i caregiver che si occupano di familiari (non anziani) malati o disabili. Ennesima, colpevole, mancata risposta ai più deboli, della quale tutti i partiti sembrano essersi dimenticati, impegnati a rincorrere altre vere o presunte priorità. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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