giovedì 29 settembre 2011
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Caro direttore,
l’ecologia e la pace sono questioni importanti, cruciali, che devono stare a cuore a tutti gli uomini di buona volontà e in particolare ai cristiani. Però noi cattolici dovremmo essere più attenti a non sposare acriticamente l’ideologia ecologista e pacifista. Le chiamo ideologie perché esse escludono esplicitamente quello che il Papa ha chiamato «l’ecologia umana», cioè il rispetto della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Detto in parole povere, quelle ideologie tacciono volutamente su temi come aborto, eugenetica, eutanasia. Nei loro programmi troviamo no alla guerra, no agli armamenti, no alla fame, ecc. ma non troviamo (e forse non troveremo mai) no all’aborto. Ora un cristiano cattolico non può far finta di niente, e questo, secondo me, è una responsabilità grave. I cattolici dovrebbero dire agli ecologisti e ai pacifisti: «Va bene, noi collaboriamo con voi, però sappiate che per noi il vero impegno per l’ecologia e per la pace passa per il no all’aborto, all’eugenetica, all’eutanasia». O mi sbaglio? Cordiali saluti.
p. Enrico Cattaneo, Napoli
Mi conforta, caro padre Cattaneo, essere pienamente d’accordo con lei. Non si può dire "no" alla manipolazione degli ortaggi e battersi contro il maltrattamento degli animali, la deforestazione e l’inquinamento ma, contemporaneamente, accettare o addirittura approvare una multiforme e mortale manipolazione della vita umana... Penso anch’io, insomma, che il prezzo di una reticenza (o di una insignificante acquiescenza) su quel punto fondamentale è – e sarà sempre più –insostenibile, perché rischia di rafforzare una visione ecologica paradossalmente "disumanizzata". L’etica della vita, per i cristiani ma non solo per loro, fonda l’etica ecologica esattamente come fonda l’etica sociale. Papa Benedetto continua a ricordarcelo con una forza e una profondità straordinarie, perché nello stesso tempo razionali e profetiche. Proprio per questo io non dispero che nell’articolato movimento ambientalista torni a crescere una seria consapevolezza a tale proposito, recuperando – soprattutto qui in Italia dove è stata fatta deliberatamente e tristemente essiccare – una radice fondamentale di questa stessa corrente d’impegno. Mai dire mai, caro padre. La saluto anch’io, con cordialità e con speranza.
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