Accogliamo ogni vita. Mai per polemica ma per amore
giovedì 28 giugno 2018

Gentile direttore,

capisco e rispetto l’indignazione di don Vincenzo De Florio (contenuta in una delle tre lettere a cui lei ha risposto su “Avvenire“ di domenica 24 giugno 2018). Mi farebbe piacere leggere la stessa appassionata condanna di coloro che promuovono l’aborto attivamente e con politiche mirate. Si applica anche a costoro il versetto di Mt 25, 41? I vari Vauro, Santoro e Saviano – tutti citati dal sacerdote – sono sicuramente degli antiabortisti, nevvero? Sono stufo della doppia morale di certi personaggi, clerici o laici che siano. Un buon cristiano deve accogliere ogni persona nel bisogno, la vita va difesa e accolta dal concepimento fino alla sua naturale conclusione terrena. O devo forse pensare che la vita di un feto valga meno di quella di un migrante o di un anziano o di una persona malata? Detto questo ho molto apprezzato le parole di prudenza di papa Francesco sull’emergenza migratoria. Con stima

Antonio Spadafora

Certo: la vita va amata, accolta, rispettata e difesa sempre. Senza farla facile, senza renderlo impossibile (e le leggi, quando sono buone e giuste, servono proprio a questo... ). È un’affermazione così semplice e scontata che quasi ci vergogniamo a ripeterla, perché pensiamo che sia impossibile che qualcuno – almeno tra chi è cristiano o semplicemente civile – non si renda conto di una tale verità. Ma qualcuno, anzi più di qualcuno che non la pensa così purtroppo c’è. E magari usa una malintesa “prudenza” come giustificazione. Prudenza che nulla ha a che fare con quella evocata dal Papa, che proprio ieri con un tweet l’ha ripetuto per noi e con noi. C’è bisogno di dirlo e ridirlo, insomma. Perché si arriva a “scartare”, non riconoscere come «uno di noi» e respingere esseri umani di ogni età e condizione e, tra loro bimbi non nati e bimbi già nati ma con il torto di essere migranti o figli di migranti o di stranieri residenti... Dunque, gentile signor Antonio, ripetiamolo e ripetiamolo ancora, e non per far polemica tra noi che amiamo, accogliamo, rispettiamo e difendiamo la vita, ma per dimostrare senza farci incantare da malizie e demagogie che abbiamo parole e determinazione forti più di quelle di quanti le esistenze piccole, imperfette, deboli o soltanto di un altro “colore” le disprezzano e le scacciano.

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