venerdì 13 gennaio 2012
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Gentile direttore,
mi riferisco alla decisione di eliminare i contanti (sulle pensioni sopra i 1.000 euro) con notevoli disagi per gli anziani che hanno poca dimestichezza con carte, bancomat, banche ecc. senza considerare i problemi legati a un controllo delle nostre azioni quotidiane che diventa sempre più capillare. Pochi peraltro sanno che la Grecia e l’Italia sono gli unici Stati che non hanno più il segreto bancario. Questo ci viene imposto da tecnici che non sono stati votati da noi e che permettono agli abbienti di portare denaro all’estero con una piccola multa e nulla più: questa sarebbe la tanto decantata democrazia? Lorsignori che prendono super paghe e pensioni anche per pochi giorno in Parlamento, come Toni Negri che ha il suo bel vitalizio pagato anche con le nostre tasse. Questa sarebbe la politica che ci governa, anche se io sono sempre più convinta che oggi siano le banche a decidere per noi.
Maria Michelazzi, Lavis (Tn)
 
Caro direttore,
la mia proposta è ridurre drasticamente la circolazione della moneta contante, da usare solo per le spese spicciole (sempre documentate con ricevuta fiscale) – acquisto del pane, del giornale, pagamento di un parcheggio, caffè... –, fissando un limite a 20/30 euro. In parallelo, il governo deve imporre alle banche di rilasciare carte di credito abbinate a conti correnti a costo fisso (e basso). In questo modo si riuscirebbe a monitorare gran parte delle spese, stanando quanti non dichiarano reddito e invece spendono grosse cifre. Anche le banche, che acquisirebbero milioni di clienti, sarebbero contente. Si contribuirebbe così pure a combattere la piaga del lavoro nero. Ho visto personalmente pagare un conto di albergo in contanti utilizzando un rotolo di euro. In un Paese evoluto e civile questo normalmente non succede.
 
Danilo Leva
 
Caro direttore,
i tempi si allungano, ma i provvedimenti per le riduzioni dei costi della politica tardano e noi cittadini siamo continuamente vessati e stritolati da provvedimenti iniqui, che suscitano perplessità in quanto provenienti da un governo che pensavo più sensibile alle attese della gente. La norma che costringe a denunciare operazioni di importo superiore a 1.000 euro è inopportuna, perché mette a disagio tanti anziani che non hanno dimestichezza con i meccanismi bancari e inoltre rischia di aggiungere oneri che intaccano la già misera pensione, mentre la "casta" banchetta. Questi sono sempre i privilegiati, che per il denaro soffocano ogni sentimento di pietà.
 
Alberto Pedron, Legnago (Vr)
Ecco un altro tema che tocca direttamente la vita della gente e, in senso letterale, le tasche di tutti. È giusto o no privilegiare i mezzi di pagamento elettronici e ridurre al minimo l’uso del contante? Le lettere qui accanto esprimono con identica amarezza e passione pareri diversi. Capisco i punti di vista di questi amici lettori e mi sento di rispondere solo raccontando quel che faccio io: ogni volta che posso, e posso quasi sempre, pago con carta di credito o bancomat o bonifico bancario. Aggiungo solo una notazione a proposito della «piccola multa» citata dalla signora Michelazzi e prevista per coloro che vengono scoperti a portare clandestinamente valuta all’estero mantenendosi sotto la soglia dei 250mila euro a volta (caso sollevato proprio da un’inchiesta giornalistica di Avvenire, condotta da Nello Scavo e pubblicata con grande rilievo in prima e terza pagina il 21 dicembre scorso). L’articolo 7 del decreto legislativo 195/2008 che prevede quella inadeguata sanzione (appena il 5% della cifra) non è stato ovviamente emanato dal governo tecnico in carica (il testo risale al novembre di tre anni fa), ma si può intervenire e decidere di cambiare seriamente registro. Illustri ed esperti parlamentari, da noi interpellati, si sono espressi in questo senso. Basta passare ai fatti...
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