venerdì 7 febbraio 2025
A 42 anni dalla morte, il ricordo voluto dalla Comunità di Sant'Egidio di Modesta Valenti, anziana clochard alla stazione Termini. Nessuna ambulanza volle prenderla: era sporca e coi pidocchi
Tanti fiori per Modesta, l'anziana clochard morta nell'indifferenza

Era dolce, velata di tristezza, aveva 71 anni, era di Trieste e nessuno sapeva perché fosse venuta a Roma, solo che era stata anche ricoverata in un ospedale psichiatrico e chissà cosa avesse subito. La sera del 31 gennaio 1983 faceva freddo, Modesta Valenti si sentì male vicino al binario 1 della stazione Termini. Agonizzò quattro ore, nessuna ambulanza voleva prenderla, era sporca e coi pidocchi. Infine, lì, a terra, morì.

“La vicenda di Modesta è una profezia – secondo monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma -, perché paga in prima persona un dramma che noi ricordiamo e però, lungo gli anni, proprio il suo dramma è diventato un simbolo”, per il quale oggi, ad esempio, c’è la residenza fittizia ‘via Modesta Valenti 9/a”, che è l’indirizzo virtuale dove posso eleggere appunto la propria residenza i senza fissa dimora e così godere dei servizi e dei diritti civili. E Modesta è stata ricordata, con tanta gente e tanti fiori, dalla Comunità di Sant’Egidio, che ha sempre tenuto viva la sua memoria, proprio lì, al binario 1 uno di Termini, dov’è anche una targa che la ricorda.

“Modesta ci ha fatto scoprire che la strada non è solo un luogo di passaggio – ha spiegato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio -, è un luogo di vita per tante persone. E non possiamo percorrere le strade della città senza guardarci intorno, senza fermarci da chi ha bisogno”. E a Roma, “dalla memoria di Modesta è nata la speranza rappresentata, solo a Roma, da 110 convivenze, dove persone che vivevano nella strada hanno riacquistato la loro dignità e trovato il loro futuro”, ha aggiunto Impagliazzo.

Allora, “non ricordare - dice Gian Luca Orefice, capo Risorse umane Ferrovie dello Stato – sarebbe stato delittuoso più di quel che è successo nel 1983, ricordare vuol dire anche non ripetere gli errori”.

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