Tra Siria e Israele il dialogo si è già fermato. A colpi di razzi

L'esercito di Tel Aviv ha annunciato di aver attaccato il sud della Siria in risposta ai due razzi lanciati su territorio israeliano nella mattinata di ieri. Offensiva che il ministro della Difesa di Israele, Israel Katz, ha dichiaratamente attributo al presidente siriano Ahmed al-Sharaa.

La scorsa settimana, Damasco e Tel Aviv avevano avviato colloqui diretti per ridurre le tensioni nell’area già ferita dal conflitto tra Hamas e Israele. I reciproci attacchi delle ultime ore sono infatti i primi dopo quasi un mese. Il ministero degli Esteri siriano, di cui è titolare Asaad Hassan al-Shaibani, ha sottolineato in un comunicato che le segnalazioni di razzi verso Israele non erano ancora state verificate ribadendo che “la Siria non rappresenta, né rappresenterà, una minaccia per nessuna parte della regione”. Diversi media arabi e palestinesi hanno diffuso una rivendicazione da parte di un gruppo poco conosciuto chiamato "Brigate Martire Muhammad Deif", un apparente riferimento al leader militare di Hamas ucciso in un attacco israeliano nel 2024

L’Idf ha preso di mira diversi siti nelle province di Quneitra e Daraa che si presume fossero depositi di armi. La Ong Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di "violente esplosioni" che non hanno però causato vittime.

A far salire la tensione è un nuovo attacco degli Houthi yemeniti che hanno attaccato l'aeroporto internazionale Ben-Gurion in Israele. Lo riporta il canale televisivo Al Masirah secondo cui si è trattato di un'"operazione militare di alto livello" che ha impedito l'atterraggio di un aereo cargo militare statunitense.

La protezione civile della Striscia di Gaza ha annunciato la morte di 12 persone, tra cui donne e bambini, in un attacco israeliano a ovest di Khan Younis. Un drone avrebbe preso di mira una tenda per sfollati nei pressi della scuola Al-Innawi.