Sudan, l'Onu accusa: «Le atrocità a El Fasher erano prevedibili»
di Redazione
Il commissario Türk: le macchie di sangue sul terreno sono state fotografate dallo spazio, la "macchia sulla comunità internazionale è meno visibile, ma non meno incriminante

Le atrocità che si stanno verificando in Sudan a El Fasher "erano previste e prevenibili", ma non sono state impedite, ha denunciato oggi a Ginevra l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk. Immense, "le macchie di sangue sul terreno di Al-Fashir sono state fotografate dallo spazio" e se la "macchia sulla comunità internazionale è meno visibile, ma non meno incriminante", ha deplorato aprendo i lavori della "Sessione Speciale del Consiglio per i Diritti Umani sulla situazione a El Fasher", in Sudan, conquistata dai paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (Rsf). I ripetuti e numerosi allarmi dell'Onu nostri allarmi non sono stati ascoltati, ha deplorato, rivolgendo un chiaro monito a "tutti coloro che sono coinvolti in questo conflitto dovrebbero sapere: vi stiamo osservando e la giustizia prevarrà", ha detto Turk.
Da quasi due anni e mezzo, il conflitto tra esercito e paramilitari dell'Rsf nel Paese africano ha causato la più grave crisi umanitaria al mondo. Da quando le Rsf hanno preso il controllo di E Fasher, si stanno verificando atrocità, tra cui uccisioni di massa, esecuzioni per motivi etnici, violenze sessuali, rapimenti, detenzioni arbitrarie e attacchi contro operatori sanitari e umanitari, ha detto Turk, sottolineando che la comunità internazionale ha il dovere di agire con urgenza per proteggere i civili, garantire l'accesso umanitario e assicurare tutti i responsabili alle proprie responsabilità ai sensi del diritto internazionale. Il suo ufficio sta attivamente raccogliendo prove per potenziali procedimenti legali, ha affermato.
Anche la Corte penale internazionale (Cpi) sta monitorando la situazione. "La comunità internazionale deve intervenire contro gli individui e le aziende che alimentano e traggono profitto da questa guerra. Il Sudan è coinvolto in una guerra per procura per le sue risorse naturali e le sue materie prime", ha detto ribadendo il suo appello a "rendere l'embargo sulle armi una realtà, non solo nel Darfur, ma in tutto il Paese.
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