In Sudan i ribelli sono entrati a El Fasher e sterminano la popolazione
Dopo 18 mesi di sanguinoso assedio, la città difesa dai "governativi" è caduta: ora tutto il Darfur è sotto il controllo delle Rsf. Uccisi 5 operatori della Croce Rossa anche in Nord Kordofan

Anche l'ultima roccaforte ha ceduto, dopo un anno e mezzo di assedio, di fame di morti per malattia e di bombardamenti da parte dei droni. L’Unione Africana ha denunciato «atrocità» e «presunti crimini di guerra» nella città sudanese di El Fasher, due giorni dopo l'annuncio della presa della città da parte dei paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), che ora controllano l'intero Darfur. Le Forze congiunte, alleate dell’esercito del Sudan, hanno accusato i paramilitari di aver «assassinato più di 2.000 civili disarmati» da domenica «la maggior parte dei quali donne, bambini e anziani».
Dopo un assedio durato 18 mesi, El Fasher è stata l'ultima città della vasta regione del Darfur a cadere sotto il controllo delle Rsf, in guerra con l’esercito dall’aprile 2023. Il presidente della Commissione dell’Unione africana, Mahamoud Ali Youssouf, «ha condannato con la massima fermezza le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, inclusi presunti crimini di guerra e l’uccisione di civili presi di mira in base alla loro etnia».
L'altro ieri, a poche ore dalla caduta della città di 250mila abitanti, Medici Senza Frontiere ha chiesto che venga risparmiata «la vita dei civili a El Fasher, capitale del Darfur settentrionale», e che venga loro «permesso di fuggire verso zone più sicure». Lo si legge in un comunicato dell'organizzazione. Le équipe mediche di Msf, in azione a Tawila, a 60 chilometri da El Fasher, hanno ricoverato solo ieri decine di pazienti provenienti dalle zone di combattimento nell'ospedale cittadino ormai al collasso. «Durante la notte tra il 26 e il 27 ottobre, circa 1.000 persone provenienti da El Fasher sono arrivate con dei camion all'ingresso di Tawila, dove Msf ha allestito un presidio sanitario per fornire cure di emergenza e indirizzare i pazienti in condizioni più critiche direttamente all'ospedale».
Finora, circa 300 persone sono state curate nel presidio sanitario e 130 sono state trasferite al pronto soccorso dell'ospedale, tra cui 15 che necessitavano di un intervento chirurgico salvavita. Tra il 18 e il 19 ottobre, più di 1.300 persone in fuga da El Fasher erano già arrivate a Tawila in camion, facendo aumentare ancora di più il numero di persone sfollate presenti in città. Tra le persone arrivate a Tawila, Msf ha sottoposto a screening 165 bambini di età inferiore ai 5 anni, riscontrando che il 75% era affetto da malnutrizione acuta, di cui il 26% in forma grave. Questi dati allarmanti testimoniano l'orrore che era stato denubnciato più volte a El Fasher, dove la fame si era ormai diffusa dappertutto.
Come il conflitto che non è mai stato circoscritto al solo Darfur. Cinque operatori sudanesi della Croce Tossa sono stati uccisi, sempre ieri, in un attacco a Bara, nello Stato del Nord Kordofan, fra i principali campi di battaglia nella guerra civile nel Paese africano. Altri tre operatori risultano dispersi, hanno reso noto la Federazione internazionale della Croce rossa e quella della Mezzaluna rossa. "Erano chiaramente identificabili con i giubbotti della Mezzaluna rossa, che significa avere piena protezione, e avevano tesserini di identificazione. Ogni attacco a un team umanitario è inaccettabile", ha denunciato a Croce Rossa internazionale.
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