Sfollati e morte: tra Thailandia e Cambogia è ancora caos
«Se la situazione dovesse peggiorare, potrebbe diventare una guerra» dice il primo ministro thailandese. C'è un'altra vittima civile, mentre gli sfollati sono 138mila secondo il governo di Bangkok

«Hanno ricominciato a sparare, siamo spaventati» ha detto questa mattina all'Afp Pro Bak, un cittadino cambogiano che vive vicino al confine tra Thailandia e Cambogia. La cronaca delle ultime ore conferma che, in effetti, gli scontri iniziati ieri sono continuati: secondo le autorità thailandesi, un altro cittadino è morto e 5 militari sono rimasti feriti. Il numero delle vittime negli scontri armati tra i due Paesi sarebbe salito così a 14 persone nelle ultime 24 ore, con attacchi reciproci che si sono concentrati soprattutto tra provincia thailandese di Surin e la provincia cambogiana di Oddar Meanchey, una zona conosciuta in particolare per la presenza di un importante tempio indù, il Prasat Ta Muen Thom.
Anche i toni tra i rappresentanti dei due Paesi si sono alzati. Il primo ministro thailandese Phumtham Wechayachai ha detto che le parti stanno cercando di «trovare un compromesso» vista la vicinanza fisica, ma che «se la situazione dovesse peggiorare, potrebbe diventare una guerra, anche se per il momento si limita agli scontri». Oggi il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunirà per un incontro porte chiuse d'emergenza proprio per discutere della situazione (la riunione dovrebbe avvenire alle 21 italiane). Secondo l'agenzia Reuters, diversi Paesi tra cui Stati Uniti, Cina e Malesia si sono offerti di facilitare il dialogo tra Thailandia e Cambogia, ma il ministro degli Esteri thailandese avrebbe insistito perché la situazione si risolva con una cessazione immediata delle ostilità e attraverso colloqui bilaterali.
L'impatto degli scontri a fuoco si riflette sul numero di sfollati: ieri erano circa 50mila, oggi invece le autorità thailandesi parlano di 138mila persone che hanno lasciato le proprie case per rifugiarsi in altri luoghi. Le immagini che arrivano dal lato thailandese del confine mostrano ad esempio persone accampate in tende nella palestra di un'università (la Surindra Rajabhat University, nella provincia di Surin, al confine) e decine di famiglie che lasciano il territorio a bordo di carretti e trattori carichi di valigie e borsoni.
Lo scontro aperto tra i due Paesi è iniziato ieri, ma la situazione si considerava tesa già a maggio dopo la morte di un soldato tailandese per una mina posta in un campo di confine. Secondo Bangkok, era stata piantata appositamente dall'esercito cambogiano. Il motivo alla base degli scontri - i più pesanti degli ultimi 13 anni - è una storica disputa territoriale che si concentra su alcune zone contese e su cui entrambi i paesi rivendicano la sovranità. Tra il 2008 e il 2011, le tensioni avevano provocato la morte di 28 persone.
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