«Senza privacy né assorbenti»: l'emergenza invisibile delle gazawi

Il Women’s Affairs Center allarga il fronte: «Stiamo documentando anche circa 400 casi di abusi da parte dell’esercito e una cinquantina di storie di matrimoni precoci»
May 29, 2025
«Senza privacy né assorbenti»: l'emergenza invisibile delle gazawi
Reuters |
Vivono tormenti aggiuntivi, che appartengono solo a loro, le ragazze e le donne di Gaza. Proprio come succede ai padri, ai mariti e ai figli maschi, provano «la paura e l’ansia di essere costantemente esposte al rischio di perdere la vita, sperimentano il trauma per le scene di morte, cadaveri, distruzione o arresto, e sentono la pressione psicologica per l’impossibilità di soddisfare i bisogni primari». Ma le palestinesi della Striscia affrontano anche altro, patimenti ulteriori, meno visibili. «Molte soffrono di disturbo da stress post-traumatico, di depressione soprattutto quando perdono i familiari, mentre sono sottoposte a forti sollecitazioni per i compiti stressanti che devono svolgere». Lo spiega da Gaza ad Avvenire Reem M. Buhaisi del Women’s Affairs Center, organizzazione locale della società civile, partner di diverse agenzie Onu.
Nelle tendopoli e nei rifugi affollati come nei bagni condivisi, la vita delle gazawi resta di continuo esposta allo sguardo di tutti: «C’è una difficoltà a mantenere un po’ di riservatezza, di privacy, in tutte le attività della vita quotidiana, il che crea una costante sensazione di insicurezza. Si registra un aumento dell’incidenza della violenza domestica e spesso ci vengono segnalati casi di violenza di genere» sottolinea l’attivista, che poi accenna a un altro grave tema. «Scarso resta l’accesso alle cure sanitarie così vitali per le donne incinte o che allattano. La guerra e i ripetuti sfollamenti causano aborti spontanei o malformazioni. Mancano assistenza regolare in gravidanza, e cibo sano, integratori, acqua pulita». Manca anche qualcos’altro, e non se ne parla mai. «Non ci sono i servizi igienici necessari, e gli assorbenti hanno prezzi elevati, così durante il ciclo le ragazze usano metodi alternativi primitivi, come pezzi di stoffa logori, che causano malattie della pelle. Mancano sapone e articoli per l’igiene», aggiunge Reem M. Buhaisi.
«Quasi 700.000 donne e ragazze affrontano un’emergenza igienica mestruale silenziosa, con gravi conseguenze per la loro salute, la loro dignità e i loro diritti umani» ha denunciato l’Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha) nell’aggiornamento della situazione nella Striscia. «L'insicurezza idrica colpisce il 90% delle famiglie, costringendo a scelte impossibili tra bere, cucinare o lavarsi. Una scarsa igiene aumenta il rischio di infezioni del tratto riproduttivo e urinario e complicazioni ginecologiche a lungo termine. Dei 10,4 milioni di assorbenti necessari ogni mese, il 75% manca. Non si tratta solo di deficit di fornitura, ma di una vera crisi di salute, dignità e protezione», scrive Ocha.
«Con le amiche ne abbiamo parlato, è un argomento importante, per noi il ciclo è uno dei momenti più difficili in tempo di guerra» racconta via Whatsapp una ragazza che preferisce rimanere anonima. «Ho avuto irregolarità per lo stress psicologico che viviamo. Prima del cessate il fuoco d’inizio anno, il costo di una confezione di assorbenti si aggirava sui 15 dollari, invece che 1 dollaro e mezzo». Alle donne in difficoltà il Women’s Affairs Center offre supporto psicologico e legale, sostegno economico, aiuto nel recupero dei documenti, ma anche coperte, indumenti e «borse della dignità» con, appunto, assorbenti, biancheria intima e sapone.
«Stiamo anche documentando gli abusi, abbiamo raccolto circa 400 testimonianze di violazioni dei diritti delle donne da parte dell'esercito di occupazione. Inoltre – conclude Reem M. Buhaisi – abbiamo una cinquantina di storie di matrimoni precoci». Un campionario di sofferenze che le donne di Gaza, non si sa ancora per quanto, sono costrette ad affrontare.

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