lunedì 4 marzo 2024
La rivale di Trump strappa 19 delegati nel voto a Washington. La prima volta nella storia Usa che una donna vince una tornata di primarie Gop. Il tycoon, saldamente in testa, replica con offese
Nikki Haley, candidata alle primarie del partito repubblicano e unica sfidante di Trump rimasta in corsa

Nikki Haley, candidata alle primarie del partito repubblicano e unica sfidante di Trump rimasta in corsa - Reuters

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La repubblicana anti Trump Nikki Haley ha vinto le primarie a Washington Dc: è il primo successo, in realtà simbolico, per l'ex governatrice della Carolina del Sud unica sfidante di "the Donald" rimasta in campo per la nomination alle presidenziali di novembre. Nella consultazione tenutasi nel weekend nella capitale degli Stati Uniti, la 52enne ex ambasciatrice all'Onu si è imposta con il 63% dei voti contro il 33% dell'ex presidente.

Si tratta di una vittoria puramente simbolica, dato che in palio c'erano solo 19 dei 2.429 delegati del Grand Old Party alla convention che eleggerà il candidato alla Casa Bianca, in un distretto peraltro a fortissima maggioranza democratica.

Così Haley passa a quota 43 delegati contro i 244 di Trump che si era già imposto nei caucus in Iowa e Michigan e nelle primarie in Carolina del Sud, ipotecando il successo a luglio a Milwaukee dove vincerà chi avrà almeno 1.215 delegati.

Anche nel 2016 Trump perse la sfida nella capitale Usa: quella volta a batterlo era stato il senatore della Florida Marco Rubio, poi ritiratosi. Nel 2020 vinse ma non aveva rivali. La capitale è un feudo democratico e ci sono appena 23mila elettori repubblicani registrati. Nel 2020 Joe Biden conquistò il distretto con il 92%. Il miglior risultato a Washington di un presidente repubblicano fu il 21% di Richard Nixon nel 1972, quando fu trionfalmente rieletto.

Haley è la prima donna a vincere una tornata di primarie repubblicane nella storia degli Stati Uniti, ha sottolineato la portavoce della sua campagna elettorale, Olivia Perez-Cubas. «Non è sorprendente che i repubblicani più vicini alla disfunzione di Washington rifiutino Donald Trump e il suo caos», ha commentato in una nota.

Dall'ex presidente sono arrivati solo commenti sprezzanti e offensivi verso Haley, che il tycoon ha definito «cervello di gallina» per aver speso «sforzi e denaro» per un distretto marginale. Trump ha anche definito la rivale «regina della palude», con riferimento al soprannome da lui stesso affibbiato alla capitale federale che accusa di essere popolata solo da repubblicani dell'establishment.

Il successo dell'ex ambasciatrice all'Onu, che arriva dopo una serie di nette sconfitte, difficilmente cambierà l'evoluzione delle primarie del Grand Old Party dominate da Trump. Tuttavia incoraggia Haley alla vigilia del Super Tuesday, che vedrà domani le primarie in 16 dei più importanti Stati e un territorio: in palio ci sono ben 865 delegati, il 35,6% del totale. È l'appuntamento elettorale più importante nella stagione delle primarie.

Dunque Haley, come promesso, non accenna a ritirare la propria candidatura. E c'è chi arriva a pensare che possa presentarsi come indipendente nella corsa alla Casa Bianca. Puntando non tanto a vincere quanto a impedire una nuova presidenza Trump per poter poi sottrarre al tycoon la leadership del Grand Old Party.

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